Passata è la mezzanotte, si appresta la domenica, eppure mi sento ancorata al giorno concluso. Sarà per i pensieri o per il caldo che fa sentire tutto appiccicato addosso o... non lo so.
Le notizie che non pensi, le parole lasciano sempre un fardello da alleggerire di peso.
Ed è una sensazione strana, perché si deve farlo ma nello stesso tempo si teme perdere qualcosa.
Potrei scartare troppo, escludere qualche particolare, e quindi restare quasi ad un "punto morto", ferma e abulica, forse propensa a non far niente, a restare indifferente.
Ma non si può, ci sono i legami, l'affetto e si tenta, e magari qualcosa succede.
Sento il sudore scivolare lungo la fronte, le tempie, il mento. Ma perché l'estate deve rendere tanto insofferenti? A tal punto da fare di ogni cosa un problema.
Una volta qualcuno disse... se ti occupi, non ti preoccupi. Domani, anche se domenica, volto pagina, e cambio ritmo.
Meglio darsi da fare. Un cassetto da sistemare, e Mente e Cuore da fare più leggeri.
In superficie ciò che appare. Sotto ancora come in un doppio fondo quei particolari forse rimossi, per sempre archiviati come l'idea di quella parte morta prima di me.
Ma davvero è così?
Non si resta vivi come non si muore del tutto. È in questa consapevolezza il delicato equilibrio.
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