Ieri è stata la giornata dei "ritorni". Ricordi, racconto, incontri dopo un certo tempo. Proprio ieri, guarda un po', e se vero è che la Vita parla per coincidenze, chissà che cosa avrà voluto che io capissi.
Sono stata a casa tutto il giorno e ho avuto modo così di mettere in ordine le idee.
I ricordi... beh, quelli non mancano mai e se vogliamo ogni volta, anche se sono sempre gli stessi, imparo qualcosa di nuovo.
Raccontare ha un effetto terapeutico, un po' come lo è per la scrittura, aiuta a prendere le distanze ed alleggerisce. Quando incontri Chi non vedi da tempo, invece i pensieri sono molteplici e diversi. Puoi provare nostalgia, gioia, ansia di condividere il vissuto, come pure malinconia o addirittura una stretta al cuore, quando ti rendi conto in seguito di non aver riconosciuto una persona con cui hai trascorso momenti belli e spensierati nella giovinezza. Si potrà replicare... è naturale, dopo tanti anni! Ma non è così, soprattutto per Chi ha buona memoria, è fisionomista e coglie di ogni persona pure appena conosciuta, una nota distintiva. Non lo fa intenzionalmente, succede come il vento sulla sabbia, lascia almeno una lieve onda.
A me è capitato ieri. Incontrarsi dopo 45 anni, nella stanza di un Day Hospital Oncologico e non riconoscersi?! Io non potevo sapere il nome di Chi mi era di fronte, ma Lui leggeva il mio sul camice, poi io ho chiesto il suo e neanche allora ho ricordato. E l'età...? Medesimo anno di nascita... Lui ad aprile, io a luglio. Forse se avesse specificato il giorno... perché quello del compleanno non l'ho mai dimenticato. Con gli anni mi è rimasta buona solo la memoria per i numeri... o no?
C'era comunque qualcosa in quello sguardo, un tentativo... o un'espressione. Già, quella che io chiamo la "nota distintiva", gli occhi non invecchiano mai, si può cambiare di aspetto se la testa è calva e le rughe segnano il tempo trascorso, ma lo sguardo non perde mai la vivacità di un'intelligenza brillante, la pacatezza di un animo gentile, la buona educazione conservata nel tempo.
Oggi sfaccendavo in cucina e ripensando ai ritorni e agli incontri di ieri, quel volto e nell'insieme la persona in quella situazione non abbandonavano la mia mente, poi all'improvviso come si fosse rimesso in moto un meccanismo inceppato, ho ricordato e tutte le tessere hanno trovato il loro spazio.
Io non l'avevo riconosciuto, almeno non subito ma Lui probabilmente, si... solo che da riservato come è sempre stato, non avrà voluto rivelarsi. Oppure... chissà...
Altrimenti prima che andassi via non mi avrebbe stretto forte la mano, dicendo...
Grazie per essere passata da me...
Sono stata a casa tutto il giorno e ho avuto modo così di mettere in ordine le idee.
I ricordi... beh, quelli non mancano mai e se vogliamo ogni volta, anche se sono sempre gli stessi, imparo qualcosa di nuovo.
Raccontare ha un effetto terapeutico, un po' come lo è per la scrittura, aiuta a prendere le distanze ed alleggerisce. Quando incontri Chi non vedi da tempo, invece i pensieri sono molteplici e diversi. Puoi provare nostalgia, gioia, ansia di condividere il vissuto, come pure malinconia o addirittura una stretta al cuore, quando ti rendi conto in seguito di non aver riconosciuto una persona con cui hai trascorso momenti belli e spensierati nella giovinezza. Si potrà replicare... è naturale, dopo tanti anni! Ma non è così, soprattutto per Chi ha buona memoria, è fisionomista e coglie di ogni persona pure appena conosciuta, una nota distintiva. Non lo fa intenzionalmente, succede come il vento sulla sabbia, lascia almeno una lieve onda.
A me è capitato ieri. Incontrarsi dopo 45 anni, nella stanza di un Day Hospital Oncologico e non riconoscersi?! Io non potevo sapere il nome di Chi mi era di fronte, ma Lui leggeva il mio sul camice, poi io ho chiesto il suo e neanche allora ho ricordato. E l'età...? Medesimo anno di nascita... Lui ad aprile, io a luglio. Forse se avesse specificato il giorno... perché quello del compleanno non l'ho mai dimenticato. Con gli anni mi è rimasta buona solo la memoria per i numeri... o no?
C'era comunque qualcosa in quello sguardo, un tentativo... o un'espressione. Già, quella che io chiamo la "nota distintiva", gli occhi non invecchiano mai, si può cambiare di aspetto se la testa è calva e le rughe segnano il tempo trascorso, ma lo sguardo non perde mai la vivacità di un'intelligenza brillante, la pacatezza di un animo gentile, la buona educazione conservata nel tempo.
Oggi sfaccendavo in cucina e ripensando ai ritorni e agli incontri di ieri, quel volto e nell'insieme la persona in quella situazione non abbandonavano la mia mente, poi all'improvviso come si fosse rimesso in moto un meccanismo inceppato, ho ricordato e tutte le tessere hanno trovato il loro spazio.
Io non l'avevo riconosciuto, almeno non subito ma Lui probabilmente, si... solo che da riservato come è sempre stato, non avrà voluto rivelarsi. Oppure... chissà...
Altrimenti prima che andassi via non mi avrebbe stretto forte la mano, dicendo...
Grazie per essere passata da me...
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