L'ora lo permette, a parte il contesto e questo spazio dove si può, perché altro non si fa che parlare di buone risorse per contrastare l'esperienza estrema della "malattia". Stasera quindi, parleremo di reggiseni.
Argomento terra terra? Beh, mica tanto nel medesimo contesto e in tale spazio, e poi fu quasi la prima cosa a cui pensai quando mi fu detto che per me sarebbe stata la mastectomia. Reggiseno monocoppa...? Orrore. Senza reggiseno...? Deprimente. Come sarebbe stata da lì in poi la mia vita da "femmina"?
Ma sarò sempre una donna?... chiesi ad un mio amico medico. Certo, anche di più. Non ci piove... ma io non mi capacitavo come sarebbe mai stato possibile, privata dell'elemento simbolo della femminilità.
E' questione di tempo, e soprattutto di testa... mi fu ripetuto più volte, e mi diedi del tempo per mettermelo bene in testa e non pensarci più, che così doveva essere per sempre.
Mi organizzai da subito, e prima ancora del ricovero per l'intervento demolitore pensai al momento della dimissione, mi procurai un favoloso reggiseno ad olio o gel che dir si voglia, io proprio io che mai avrei pensato ad un semplice push up. Così cominciai a stupire me stessa, prendendomi cura dell'aspetto estetico, cercando di valorizzare almeno ciò che sarebbe restato. E il reggiseno ad olio fu compagno fedele e discreto per ben 22 mesi, fino al momento della ricostruzione, quando fui costretta a sostituirlo con un altro di tipo sportivo, un po' mortificante perché appiattiva ma comodo. Prima di trovarlo era stata un'impresa, poi mi sembrò aver toccato il cielo con un dito. Allo specchio vedevo la sinuosità simile a quella di un tempo, e mi scesero lente due lacrime, solo due, oltre sarebbe stato ingiusto.
Bene. Stamattina quel reggiseno stava facendo una fine ingrata. Dopo avermi accompagnato per cinque anni, giorno e notte, è stato sul punto di finire nel secchio della spazzatura. Liso, ultaconsumato, ormai con fili di elastan appiccicosi non serviva più, non serviva all'uso ma alla memoria... si.
Non si gettano via i ricordi, soprattutto quelli della sofferenza, fanno da promemoria ed insegnamento. Come un faldone archiviato e mai dimenticato, e neppure impolverato.
Per come la vedo io... sono in stand by e step by step.
Argomento terra terra? Beh, mica tanto nel medesimo contesto e in tale spazio, e poi fu quasi la prima cosa a cui pensai quando mi fu detto che per me sarebbe stata la mastectomia. Reggiseno monocoppa...? Orrore. Senza reggiseno...? Deprimente. Come sarebbe stata da lì in poi la mia vita da "femmina"?
Ma sarò sempre una donna?... chiesi ad un mio amico medico. Certo, anche di più. Non ci piove... ma io non mi capacitavo come sarebbe mai stato possibile, privata dell'elemento simbolo della femminilità.
E' questione di tempo, e soprattutto di testa... mi fu ripetuto più volte, e mi diedi del tempo per mettermelo bene in testa e non pensarci più, che così doveva essere per sempre.
Mi organizzai da subito, e prima ancora del ricovero per l'intervento demolitore pensai al momento della dimissione, mi procurai un favoloso reggiseno ad olio o gel che dir si voglia, io proprio io che mai avrei pensato ad un semplice push up. Così cominciai a stupire me stessa, prendendomi cura dell'aspetto estetico, cercando di valorizzare almeno ciò che sarebbe restato. E il reggiseno ad olio fu compagno fedele e discreto per ben 22 mesi, fino al momento della ricostruzione, quando fui costretta a sostituirlo con un altro di tipo sportivo, un po' mortificante perché appiattiva ma comodo. Prima di trovarlo era stata un'impresa, poi mi sembrò aver toccato il cielo con un dito. Allo specchio vedevo la sinuosità simile a quella di un tempo, e mi scesero lente due lacrime, solo due, oltre sarebbe stato ingiusto.
Bene. Stamattina quel reggiseno stava facendo una fine ingrata. Dopo avermi accompagnato per cinque anni, giorno e notte, è stato sul punto di finire nel secchio della spazzatura. Liso, ultaconsumato, ormai con fili di elastan appiccicosi non serviva più, non serviva all'uso ma alla memoria... si.
Non si gettano via i ricordi, soprattutto quelli della sofferenza, fanno da promemoria ed insegnamento. Come un faldone archiviato e mai dimenticato, e neppure impolverato.
Per come la vedo io... sono in stand by e step by step.
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