Caregiver, ovvero colui o colei che si prende cura di Chi vive un periodo più o meno lungo di disagi, e non è in grado di provvedere a se stesso. Ma è davvero solo questo, e soprattutto è sempre così, una sorta di "impegno lavorativo" quasi sempre sottoposto ad un contratto in piena regola?
Incontro tanti caregiver e con molti mi confronto, mi commuovo di fronte a quei figli che vivono l'inversione dei ruoli, e diventano mamma o papà dei loro genitori.
Lo scorso mercoledì ad esempio, quel signore a cui chiedemmo indicazioni ci raccontò spontaneamente la Sua esperienza a riguardo, una storia di perdite dolorose e solitudine, presa di coscienza e decisione inevitabile, nonostante il temuto giudizio della gente gretta che non vede oltre il proprio naso. Lui, rimasto come figlio unico dopo le morti ravvicinate di una sorella e un fratello, si era trovato all'improvviso nella condizione di dover prendersi cura della madre novantacinquenne, lucida e testarda, che rifiutava qualsiasi presenza estranea in casa. All'inizio si era barcamenato come poteva, Lui viveva in campagna e il pensiero della mamma sola in casa lo angosciava. Poi un giorno l'anziana donna prese una brutta caduta, niente di rotto ma tanta paura, così da perdere quasi del tutto l'uso della parola.
Che cosa poteva fare allora quel figlio, grande e cresciuto che aveva tanto timore di perdere la mamma? Perché le fosse garantita continua assistenza e ogni cura necessaria decise di trasferirla proprio in quella casa del Sacro Cuore di Gesù, là sull'altura dove pace e silenzio avrebbero fatto da cornice a giorni sereni.
- So che nel paese mi hanno criticato e pure condannato, ma non potevo fare altrimenti. Voglio bene a mia madre, vado a trovarla praticamente tutti i giorni, controllo che ogni cosa sia a posto, e... pensate, Lei dice pochissime parole, eppure quando percepisce che è arrivata l'ora, mi invita ad andare via... vattinn' va... è tardi, poi fa scuro. Come fossi il figlio piccolo di una volta.
Già, per le mamme consapevoli o meno, i figli sono sempre da proteggere e cautelare, è l'istinto che lo impone. Atteggiamento che diventa naturale pure quando la sorte decide di invertire i ruoli.
E una figlia non lascerà Sua madre sola nei momenti difficili, si preoccuperà per ogni movimento insolito, le terrà la mano fino alla fine.
- Lei ha fatto tanto per me, mi sembra giusto, ovvio che ora mi tocchi...
Così ultimamente ho sentito da una figlia, mentre un'altra sosteneva di avere il batticuore e il magone se la madre non rispondeva immediatamente al telefono.
Tenera comprensione.
Mia madre, in tempi non sospetti, una volta si era lasciata scappare... i figli non sono mai troppi, e considerando quello che le sarebbe successo poi, oggi azzardo e dico... lungimirante e saggia, aveva proprio ragione.
Incontro tanti caregiver e con molti mi confronto, mi commuovo di fronte a quei figli che vivono l'inversione dei ruoli, e diventano mamma o papà dei loro genitori.
Lo scorso mercoledì ad esempio, quel signore a cui chiedemmo indicazioni ci raccontò spontaneamente la Sua esperienza a riguardo, una storia di perdite dolorose e solitudine, presa di coscienza e decisione inevitabile, nonostante il temuto giudizio della gente gretta che non vede oltre il proprio naso. Lui, rimasto come figlio unico dopo le morti ravvicinate di una sorella e un fratello, si era trovato all'improvviso nella condizione di dover prendersi cura della madre novantacinquenne, lucida e testarda, che rifiutava qualsiasi presenza estranea in casa. All'inizio si era barcamenato come poteva, Lui viveva in campagna e il pensiero della mamma sola in casa lo angosciava. Poi un giorno l'anziana donna prese una brutta caduta, niente di rotto ma tanta paura, così da perdere quasi del tutto l'uso della parola.
Che cosa poteva fare allora quel figlio, grande e cresciuto che aveva tanto timore di perdere la mamma? Perché le fosse garantita continua assistenza e ogni cura necessaria decise di trasferirla proprio in quella casa del Sacro Cuore di Gesù, là sull'altura dove pace e silenzio avrebbero fatto da cornice a giorni sereni.
- So che nel paese mi hanno criticato e pure condannato, ma non potevo fare altrimenti. Voglio bene a mia madre, vado a trovarla praticamente tutti i giorni, controllo che ogni cosa sia a posto, e... pensate, Lei dice pochissime parole, eppure quando percepisce che è arrivata l'ora, mi invita ad andare via... vattinn' va... è tardi, poi fa scuro. Come fossi il figlio piccolo di una volta.
Già, per le mamme consapevoli o meno, i figli sono sempre da proteggere e cautelare, è l'istinto che lo impone. Atteggiamento che diventa naturale pure quando la sorte decide di invertire i ruoli.
E una figlia non lascerà Sua madre sola nei momenti difficili, si preoccuperà per ogni movimento insolito, le terrà la mano fino alla fine.
- Lei ha fatto tanto per me, mi sembra giusto, ovvio che ora mi tocchi...
Così ultimamente ho sentito da una figlia, mentre un'altra sosteneva di avere il batticuore e il magone se la madre non rispondeva immediatamente al telefono.
Tenera comprensione.
Mia madre, in tempi non sospetti, una volta si era lasciata scappare... i figli non sono mai troppi, e considerando quello che le sarebbe successo poi, oggi azzardo e dico... lungimirante e saggia, aveva proprio ragione.
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