Prima di quel giorno non l'avevo mai indossata. La trovavo inutile e fastidiosa, si arrotolava e dava disagio, si arricciava all'interno dei pantaloni con effetto "ciccia". Non l'accettavo quindi, e poi fu una delle prime "credenze" che sconfessai.
Già, perché quando al primo ricovero fui chiamata per i raggi al torace e mi fu detto di spogliarmi ma che potevo tenere la maglietta, mi vergognai da morire. Andai a seno scoperto, quel seno che mi aveva tradito e stavo per perdere. Mi sentii ancora più nuda, quasi mi si potesse vedere, leggere dentro.
Questi ricordi mi fanno male. Non so perché mi rendono "misera" ai miei occhi.
La maglietta della salute... chissà perché si chiama così, forse perché protegge dagli sbalzi esterni, da certe "differenze" che portano danno.
Mi piace questa immagine, e decido di farne una metafora di Vita, un po' come sono solita.
Da quel giorno ho messo su la benefica maglietta e non l'ho più tolta. Nemmeno in estate, col solleone.
Da allora in poi ho imparato tanto, e pure a prendermi tutto il Bene che serve per stare... bene e fare stare bene. E non mi riferisco solo alle persone vicine, perché un bel dì cominciai a sentirmi circondata da tanto amore da comprendere finalmente che avevo altrettanto da donare perché in realtà non si finisce mai di farlo.
Sentivo di amare tutti, ma proprio tutti, anche quelli che andavo conoscendo man mano, mi facevano dono della loro esistenza e nello stesso tempo motivavano la mia.
Non ci sono Amori diversificati, ma modi ed intensità di Amare. Si amano i gesti e le presenze, i piccoli difetti e la grande vulnerabilità.
Si prende un volto tra le mani, si asciugano le lacrime... si stringe in un abbraccio un corpo che trema.
Riesci ad amare soprattutto se conosci te stesso, e quel te stesso impari a valutare, criticare e pure perdonare... con una carezza.
Tutto riporta a Te, a quel che sei... a quanto in realtà Ti Vuoi Bene. Un Amore "cucito addosso" che ti rendi conto di indossare solo quando ti confronti. Senza guardarti intorno, senza giudicare.
Già, perché quando al primo ricovero fui chiamata per i raggi al torace e mi fu detto di spogliarmi ma che potevo tenere la maglietta, mi vergognai da morire. Andai a seno scoperto, quel seno che mi aveva tradito e stavo per perdere. Mi sentii ancora più nuda, quasi mi si potesse vedere, leggere dentro.
Questi ricordi mi fanno male. Non so perché mi rendono "misera" ai miei occhi.
La maglietta della salute... chissà perché si chiama così, forse perché protegge dagli sbalzi esterni, da certe "differenze" che portano danno.
Mi piace questa immagine, e decido di farne una metafora di Vita, un po' come sono solita.
Da quel giorno ho messo su la benefica maglietta e non l'ho più tolta. Nemmeno in estate, col solleone.
Da allora in poi ho imparato tanto, e pure a prendermi tutto il Bene che serve per stare... bene e fare stare bene. E non mi riferisco solo alle persone vicine, perché un bel dì cominciai a sentirmi circondata da tanto amore da comprendere finalmente che avevo altrettanto da donare perché in realtà non si finisce mai di farlo.
Sentivo di amare tutti, ma proprio tutti, anche quelli che andavo conoscendo man mano, mi facevano dono della loro esistenza e nello stesso tempo motivavano la mia.
Non ci sono Amori diversificati, ma modi ed intensità di Amare. Si amano i gesti e le presenze, i piccoli difetti e la grande vulnerabilità.
Si prende un volto tra le mani, si asciugano le lacrime... si stringe in un abbraccio un corpo che trema.
Riesci ad amare soprattutto se conosci te stesso, e quel te stesso impari a valutare, criticare e pure perdonare... con una carezza.
Tutto riporta a Te, a quel che sei... a quanto in realtà Ti Vuoi Bene. Un Amore "cucito addosso" che ti rendi conto di indossare solo quando ti confronti. Senza guardarti intorno, senza giudicare.
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