E di quel giorno ricordo quasi fosse oggi, come ero vestita e la collana che indossavo. Non rammento i pensieri. Forse perché tanti, troppi accavallati e intrisi di timore.
Il 6 marzo di sei anni fa... la mammografia. Non ancora diagnosi certa, ma deciso sospetto. Tanto era là, grosso e ben visibile quell'odiato bozzo.
E il silenzio e le smorfie di Chi eseguiva l'esame, e le parole sbrigative poi... con lo sguardo in basso e di lato per evitare il mio.
Io... con gli spilli negli occhi, un nodo in gola e la voglia di scappare con le gambe molli.
Era di sabato, e non fu gioia di vigilia come sempre.
Rileggo fino qui, e mi accorgo di averlo fatto a... flash, istantanee, fotogrammi. Perché il Dolore è così, può essere descritto a tratti per non morire dentro un'altra volta, anche se c'è consapevolezza che ce l'hai fatta, almeno per il momento... ce la farai, perché il tempo è trascorso e trascorre confermando le speranze.
Quel giorno indossavo un completino color fiori di lillà, manco avessi saputo degli occhi bassi che avrei incrociato, di quel senso di gelida umiltà che avrei provato.
Un "nodulo di non bell'aspetto... ve lo dovete togliere", mi fu detto così. Ed io pensai subito... poteva almeno essere bello... ma che razza di pensiero era il mio, sarebbe stato comunque un intruso, non doveva esserci. Eppure lo pensai, e forse fu in quel momento che posi tra delicatezza e timore il primo seme di speranza. Cercare con la mente il meno peggio, per non disperarsi o impazzire.
Provai tanta tenerezza per me in quel rapido susseguirsi di momenti. Avrei voluto abbracciarmi, cullarmi... donarmi carezze mentre pure le lacrime non ce la facevano a venir giù, e restavano ferme lì impedendomi di vederci chiaro.
La Tenerezza dei fiori di lillà... un po' viola come quel tempo di Passione, ma sempre più vicino al rosa. Per mantenere viva e stretta la positività.
Il 6 marzo di sei anni fa... la mammografia. Non ancora diagnosi certa, ma deciso sospetto. Tanto era là, grosso e ben visibile quell'odiato bozzo.
E il silenzio e le smorfie di Chi eseguiva l'esame, e le parole sbrigative poi... con lo sguardo in basso e di lato per evitare il mio.
Io... con gli spilli negli occhi, un nodo in gola e la voglia di scappare con le gambe molli.
Era di sabato, e non fu gioia di vigilia come sempre.
Rileggo fino qui, e mi accorgo di averlo fatto a... flash, istantanee, fotogrammi. Perché il Dolore è così, può essere descritto a tratti per non morire dentro un'altra volta, anche se c'è consapevolezza che ce l'hai fatta, almeno per il momento... ce la farai, perché il tempo è trascorso e trascorre confermando le speranze.
Quel giorno indossavo un completino color fiori di lillà, manco avessi saputo degli occhi bassi che avrei incrociato, di quel senso di gelida umiltà che avrei provato.
Un "nodulo di non bell'aspetto... ve lo dovete togliere", mi fu detto così. Ed io pensai subito... poteva almeno essere bello... ma che razza di pensiero era il mio, sarebbe stato comunque un intruso, non doveva esserci. Eppure lo pensai, e forse fu in quel momento che posi tra delicatezza e timore il primo seme di speranza. Cercare con la mente il meno peggio, per non disperarsi o impazzire.
Provai tanta tenerezza per me in quel rapido susseguirsi di momenti. Avrei voluto abbracciarmi, cullarmi... donarmi carezze mentre pure le lacrime non ce la facevano a venir giù, e restavano ferme lì impedendomi di vederci chiaro.
La Tenerezza dei fiori di lillà... un po' viola come quel tempo di Passione, ma sempre più vicino al rosa. Per mantenere viva e stretta la positività.
Cara Mary, oggi che è il giorno della donna, eccomi per complimentarmi di questo bellissimo cuore, sai che mi viene la voglia di prenderlo e tenerlo come ricordo!!!
RispondiEliminaCiao e buona giornata cara amica.
Tomaso
Grazie, Tomaso... sei sempre tanto gentile, sensibile uomo di altri tempi.
EliminaUn abbraccio...
Mary