E' una sensazione che si fa strada piano col passare del tempo. A volte quasi mi sgomenta se non addirittura mette timore.
Sento fortemente che questo mondo mi appartiene, tutto... con i suoi pregi e difetti, voglio esserci perché è vita ed io la vita la amo, eppure a tratti me ne sento respinta. Tante sono le banalità, le assurde contese per nulla, gli affanni che debilitano e non si concludono, le cattiverie gratuite. Il motivo è uno solo... dimostrare di esserci o meglio imporre la propria presenza, non importa se a scapito della sensibilità altrui.
Ed è a questo punto, dopo che tale consapevolezza viene comprovata più volte, che io mi sento come fossi di passaggio e non vorrei esserci più, perché mi è sempre più difficile far finta di nulla o replicare facendo valere il mio punto di vista, con garbo magari ma pure fermezza.
Ma poi... perché devo e voglio... ritorno alla realtà sia pure in modo diverso, e strategicamente per un po' mi rifugio nei ricordi, quelli teneri della mia infanzia, quando tutto era più genuino o per lo meno era visto con occhi da bambino.
Stasera, ad esempio mi è capitata sotto gli occhi la "ninna nanna" di Mary Poppins, la "canzone della cattedrale". Mamma mia... sono passati ben 50 anni!... una vita.
Ricordo che mio padre ci portò al cinema per vedere questo film, portò me e mia sorella di tre anni più piccola. Fu una festa per noi... per giorni ci svegliavamo cantando... basta un poco di zucchero e la pillola va giù... e cominciammo pure a costruire case per le bambole con le scatole di scarpe, e a riempire fogli con pensieri e disegni che riportavano al film. Una gioia autentica, pura... troppo bella. Si smorzò tre mesi dopo, con la scomparsa improvvisa di quella sorellina di 8 anni.
In un giorno fui "grande", e ripensando a quel film mi veniva da piangere, ma non mi sentivo triste.
Era solo voglia di tenerezza. Come questa sera.
Sento fortemente che questo mondo mi appartiene, tutto... con i suoi pregi e difetti, voglio esserci perché è vita ed io la vita la amo, eppure a tratti me ne sento respinta. Tante sono le banalità, le assurde contese per nulla, gli affanni che debilitano e non si concludono, le cattiverie gratuite. Il motivo è uno solo... dimostrare di esserci o meglio imporre la propria presenza, non importa se a scapito della sensibilità altrui.
Ed è a questo punto, dopo che tale consapevolezza viene comprovata più volte, che io mi sento come fossi di passaggio e non vorrei esserci più, perché mi è sempre più difficile far finta di nulla o replicare facendo valere il mio punto di vista, con garbo magari ma pure fermezza.
Ma poi... perché devo e voglio... ritorno alla realtà sia pure in modo diverso, e strategicamente per un po' mi rifugio nei ricordi, quelli teneri della mia infanzia, quando tutto era più genuino o per lo meno era visto con occhi da bambino.
Stasera, ad esempio mi è capitata sotto gli occhi la "ninna nanna" di Mary Poppins, la "canzone della cattedrale". Mamma mia... sono passati ben 50 anni!... una vita.
Ricordo che mio padre ci portò al cinema per vedere questo film, portò me e mia sorella di tre anni più piccola. Fu una festa per noi... per giorni ci svegliavamo cantando... basta un poco di zucchero e la pillola va giù... e cominciammo pure a costruire case per le bambole con le scatole di scarpe, e a riempire fogli con pensieri e disegni che riportavano al film. Una gioia autentica, pura... troppo bella. Si smorzò tre mesi dopo, con la scomparsa improvvisa di quella sorellina di 8 anni.
In un giorno fui "grande", e ripensando a quel film mi veniva da piangere, ma non mi sentivo triste.
Era solo voglia di tenerezza. Come questa sera.
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