E oggi è stata un'altra di quelle giornate in cui davvero mi sono sentita al centro di un vortice, una spirale... col capo che girava sempre più veloce a causa di pensieri simili in crescendo. Per quella malattia di cui resta intatta la crudeltà, l'assoluta mancanza di rispetto nel colpire, pur con tutti gli sforzi e il continuo discorrere di positività e speranza.
Non bada ad età, sesso o condizione... arriva improvvisa e silente, priva della lucidità e getta, almeno nell'immediato, nel buio della paura. E spesso non si contenta di farlo una volta sola, e arriva la seconda e, perché no... pure la terza o la quarta... e voglio fermarmi qua, perché non assalga l'angoscia.
E così stamattina ho visto Anna, ancora... stavolta a capo nudo nel vero senso della parola, ma più bella che mai. E' giovane e bellissima, e ora non si maschera più, leggera affronta quell' "ostinato" per fargli vedere di che cosa è capace... col Suo sorriso, uno dei più belli che io abbia mai visto. E continua a... essere "custode dell'armonia" del proprio corpo. Nonostante tutto.
Poi... avevo appena indossato il camice, sono uscita nel corridoio e ho ritrovato anche la signora, cosiddetta "araba", dai Suoi foulard annodati sapientemente e in modo sempre diverso, dalla serenità contagiosa e l'entusiasmo trasbordante. Ho stentato a riconoscerla, ora ha i capelli ma sorride a stento...
"...non lo so, ho avuto un crollo... dovrò ricoverarmi. Ma passerà, sicuro... passerà", e mi ha salutato con un bacio mandato al volo sulla punta delle dita, come quel giorno che mi aveva ringraziato per la scatoletta di latta con i brevi pensieri sulla speranza. Aveva visto quei foglietti di cartoncino rosa, arrotolati e legati con un nastrino d'argento e si era commossa.
"... pensa, adoro le scatole di latta, ne faccio collezione. E questa che mi hai regalato sarà il pezzo più prezioso..."
Ci sono rimasta molto male a vederla così, fiacca e mortificata... vulnerabile. Leggera e tremante, come una foglia al vento.
E non bastava, certo... quando tutto si concentra, non è mai troppo. Nel pomeriggio la notizia di un'altra Amica che non ce l'ha fatta... e a seguire il ricordo di Lei, il Suo essere pacato e la convinta voglia di riprendersi per tornare a lavorare. E non essendo operabile si portava dentro tutto il Suo male, non solo fisico.
Insomma, oggi è stato il caos dentro e intorno a me. Domani comunque dovrò decidermi per l'ennesimo "colpo di reni" e drizzarmi, perché confusa non arrivo da nessuna parte.
Deve tornare l'armonia e quell'equilibrio, frutto di strategie, piccole gioie e preghiera, perché sia serenità pur col monito di non abbassare mai la guardia.
E' così...
Non bada ad età, sesso o condizione... arriva improvvisa e silente, priva della lucidità e getta, almeno nell'immediato, nel buio della paura. E spesso non si contenta di farlo una volta sola, e arriva la seconda e, perché no... pure la terza o la quarta... e voglio fermarmi qua, perché non assalga l'angoscia.
E così stamattina ho visto Anna, ancora... stavolta a capo nudo nel vero senso della parola, ma più bella che mai. E' giovane e bellissima, e ora non si maschera più, leggera affronta quell' "ostinato" per fargli vedere di che cosa è capace... col Suo sorriso, uno dei più belli che io abbia mai visto. E continua a... essere "custode dell'armonia" del proprio corpo. Nonostante tutto.
Poi... avevo appena indossato il camice, sono uscita nel corridoio e ho ritrovato anche la signora, cosiddetta "araba", dai Suoi foulard annodati sapientemente e in modo sempre diverso, dalla serenità contagiosa e l'entusiasmo trasbordante. Ho stentato a riconoscerla, ora ha i capelli ma sorride a stento...
"...non lo so, ho avuto un crollo... dovrò ricoverarmi. Ma passerà, sicuro... passerà", e mi ha salutato con un bacio mandato al volo sulla punta delle dita, come quel giorno che mi aveva ringraziato per la scatoletta di latta con i brevi pensieri sulla speranza. Aveva visto quei foglietti di cartoncino rosa, arrotolati e legati con un nastrino d'argento e si era commossa.
"... pensa, adoro le scatole di latta, ne faccio collezione. E questa che mi hai regalato sarà il pezzo più prezioso..."
Ci sono rimasta molto male a vederla così, fiacca e mortificata... vulnerabile. Leggera e tremante, come una foglia al vento.
E non bastava, certo... quando tutto si concentra, non è mai troppo. Nel pomeriggio la notizia di un'altra Amica che non ce l'ha fatta... e a seguire il ricordo di Lei, il Suo essere pacato e la convinta voglia di riprendersi per tornare a lavorare. E non essendo operabile si portava dentro tutto il Suo male, non solo fisico.
Insomma, oggi è stato il caos dentro e intorno a me. Domani comunque dovrò decidermi per l'ennesimo "colpo di reni" e drizzarmi, perché confusa non arrivo da nessuna parte.
Deve tornare l'armonia e quell'equilibrio, frutto di strategie, piccole gioie e preghiera, perché sia serenità pur col monito di non abbassare mai la guardia.
E' così...
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