E' una domanda che martella i miei pensieri da qualche giorno, ma probabilmente girovagava latente da tempo.
All'improvviso è venuta fuori d'istinto l'altra sera, sempre durante l'incontro col gruppo di auto-mutuo-aiuto.
Si parlava di quanto fosse importante fare proprio il "senso di appartenenza", che ognuno sentisse il peso della responsabilità, l'essere indispensabile l'uno per l'altro. Tramite la condivisione infatti, di stati d'animo ed emozioni, come pure di soluzioni e strategie di sopravvivenza, mentali e non, davvero si crea una "rete" insostituibile per non sprofondare. Il resto... informazioni, teorie, saggi discorsi, visibilità... fa da "cornice", ma il centro del tutto, il "dipinto" resta la singola persona che prende colore, anzi ne assume le varie sfumature, rapportandosi con gli Altri.
Si parlava di questo appunto, e il Nostro facilitatore ha sentito il forte impulso di esternare un Suo pensiero, che era pure un'emozione, consapevolezza acquisita... chissà, dopo un'attenta auto-analisi. Perché pure Lui è un essere umano, sarà andato in crisi qualche volta... non è che sia sempre facile ragionare di vita e speranza con Chi spesso si incaponisce, e testardamente rifiuta quel "salto di qualità", punta i piedi e si limita a batterli sul posto. Esercizi di riscaldamento inutili, per una "gara" che si considera persa in partenza.
Dicevo allora... (ahimè, come al solito mi perdo) ah, si... il Nostro Amico ha pronunciato quasi con voce sommessa... "... perché ognuno di Voi è la mia ragione di vita".
Una frase che non ci si aspetta da uno psicoterapeuta, psiconcologo, insomma da un "camice bianco"... è seguito allora un applauso commosso, ho applaudito pure io mentre quella mia voce "dentro" si faceva meno flebile e prorompeva in...
Anche io?... sono anche io la Tua ragione di vita?
La mia storia di paziente oncologica è a un punto dall'essere considerata alla sua conclusione, come "statistica docet". Agli occhi di tutti appaio forte del mio sorriso, capace di strategie e parole giuste al momento giusto... vale quindi anche per me quella risposta allo stesso bisogno, ad un'uguale esigenza di affetto, esternato, illimitato? Posso essere considerata alla pari di Chi è nel pieno della dura battaglia?
Anche io... perciò?
Chissà perché bisogna sempre toccare questi punti estremi di dolore, per capire la profonda esigenza di ognuno... il diritto di essere amati. Ma soprattutto il non dover intuirlo o immaginare, e invece sentirlo addosso sempre, caldo e tangibile. A vista, come una seconda pelle.
All'improvviso è venuta fuori d'istinto l'altra sera, sempre durante l'incontro col gruppo di auto-mutuo-aiuto.
Si parlava di quanto fosse importante fare proprio il "senso di appartenenza", che ognuno sentisse il peso della responsabilità, l'essere indispensabile l'uno per l'altro. Tramite la condivisione infatti, di stati d'animo ed emozioni, come pure di soluzioni e strategie di sopravvivenza, mentali e non, davvero si crea una "rete" insostituibile per non sprofondare. Il resto... informazioni, teorie, saggi discorsi, visibilità... fa da "cornice", ma il centro del tutto, il "dipinto" resta la singola persona che prende colore, anzi ne assume le varie sfumature, rapportandosi con gli Altri.
Si parlava di questo appunto, e il Nostro facilitatore ha sentito il forte impulso di esternare un Suo pensiero, che era pure un'emozione, consapevolezza acquisita... chissà, dopo un'attenta auto-analisi. Perché pure Lui è un essere umano, sarà andato in crisi qualche volta... non è che sia sempre facile ragionare di vita e speranza con Chi spesso si incaponisce, e testardamente rifiuta quel "salto di qualità", punta i piedi e si limita a batterli sul posto. Esercizi di riscaldamento inutili, per una "gara" che si considera persa in partenza.
Dicevo allora... (ahimè, come al solito mi perdo) ah, si... il Nostro Amico ha pronunciato quasi con voce sommessa... "... perché ognuno di Voi è la mia ragione di vita".
Una frase che non ci si aspetta da uno psicoterapeuta, psiconcologo, insomma da un "camice bianco"... è seguito allora un applauso commosso, ho applaudito pure io mentre quella mia voce "dentro" si faceva meno flebile e prorompeva in...
Anche io?... sono anche io la Tua ragione di vita?
La mia storia di paziente oncologica è a un punto dall'essere considerata alla sua conclusione, come "statistica docet". Agli occhi di tutti appaio forte del mio sorriso, capace di strategie e parole giuste al momento giusto... vale quindi anche per me quella risposta allo stesso bisogno, ad un'uguale esigenza di affetto, esternato, illimitato? Posso essere considerata alla pari di Chi è nel pieno della dura battaglia?
Anche io... perciò?
Chissà perché bisogna sempre toccare questi punti estremi di dolore, per capire la profonda esigenza di ognuno... il diritto di essere amati. Ma soprattutto il non dover intuirlo o immaginare, e invece sentirlo addosso sempre, caldo e tangibile. A vista, come una seconda pelle.
Che splendida frase... e che grande emozione sentirselo dire ♥
RispondiEliminaUn abbraccio grande grande
Effettivamente è come Tu dici, cara Vivy... è una frase che annulla ogni tentativo predominante della solitudine. Sai di essere nei pensieri e nel Cuore di qualcuno, non puoi desiderare null'altro di più bello e grande.
EliminaUn abbraccio.
Mary
che bello Mary quanto hai scritto...e com è vero. anch io sento forte il bisogno di appartenenza ma a parte mio marito, col quale per fortuna posso condividere i miei pensieri, non ho altri con cui parlare. Ci ho provato ma sento tanta paura e voglia di cambiare discorso. Mi piacerebbe tanto avere un gruppo come il tuo...ti abbraccio, Grazia
RispondiEliminaCiao, Grazia... un gruppo di auto-mutuo-aiuto è davvero un gran supporto. Se ne traggono benefici immediati e nel tempo.
EliminaIo ne ho creato uno con gli stessi intenti su fb, proprio sulla scia di questo blog. L'ho chiamato, "Continuare a... parlarne con speranza", e ad oggi... dopo 2 anni... posso dire che funziona per molti. Ed io ne sono felice perché vedo qualcuno stare meglio con l'ausilio della condivisione reciproca.
Se vuoi accodarti... magari potremmo essere insieme anche lì... e parlare come Tu desideri, e senza alcuna paura.
Un abbraccio.
Mary