... e si preoccupa per me. Già, proprio così, mi rendo conto che non sempre è al di fuori visibile ciò che nel Cuore è. Una serenità di fondo, una gioia cauta ma persistente che un giorno, al momento della "rinascita" fu vera e propria euforia. Ridevo per nulla e niente mi mandava in crisi. La vita riprendeva come un "gioco nuovo", e qualche contrattempo o inconveniente domestico mi vedeva muovere come fossi per quella volta sola l'interprete-chiave di una recita scolastica.
Questa mia costante condizione d'animo si percepiva da ciò che all'epoca scrivevo, pagine di "gioiosa quotidianità". Col tempo qualcosa è cambiato, non molto... niente di grave, sono solo cresciuta e la mia è diventata "serenità consapevole". Non più "fragorose risate" contenute di numero per forzata necessità, ma tanti tantissimi sorrisi, di quelli che rasserenano e riportano alla vita normale e più o meno tranquilla di ogni giorno. Per questo anche le mie pagine non sono più sempre leggere, sembrano quasi scritte da un'altra persona... Chi mi legge dall'inizio sa che così non è, Chi è lettore di tempi recenti si preoccupa per me, perché mi vede "troppo presa", ancora dentro e qualche volta pure annaspante.
Allora per quest'ultimo ho deciso che ogni tanto pubblicherò di nuovo una "pagina antica" spensierata. Sarà con tanto di data...
Questa mia costante condizione d'animo si percepiva da ciò che all'epoca scrivevo, pagine di "gioiosa quotidianità". Col tempo qualcosa è cambiato, non molto... niente di grave, sono solo cresciuta e la mia è diventata "serenità consapevole". Non più "fragorose risate" contenute di numero per forzata necessità, ma tanti tantissimi sorrisi, di quelli che rasserenano e riportano alla vita normale e più o meno tranquilla di ogni giorno. Per questo anche le mie pagine non sono più sempre leggere, sembrano quasi scritte da un'altra persona... Chi mi legge dall'inizio sa che così non è, Chi è lettore di tempi recenti si preoccupa per me, perché mi vede "troppo presa", ancora dentro e qualche volta pure annaspante.
Allora per quest'ultimo ho deciso che ogni tanto pubblicherò di nuovo una "pagina antica" spensierata. Sarà con tanto di data...
venerdì, 11 novembre 2011
Si può essere addirittura "felici" dopo aver smontato una lavatrice e non essere riusciti a rimontarla?
Ebbene sì! E' ciò che... a giusto diritto... sento di affermare alla fine di una giornata travagliata... faticosa... "distruttiva" nel vero senso della parola.
E pensare che oggi il bucato non era in programma! Ma chi me l'ha fatto fare?! La lavatrice non era neanche tanto piena, poi... sono bastati un asciugamano... un pigiama e due tovaglioli ... che mi son detta, meglio oggi... domani ci saranno anche le lenzuola. E così... posta la biancheria... introdotta la pallina col detersivo... ho chiuso il cestello che nella mia lavatrice "si apriva" (ei fu...) dall'alto. Dopo neanche cinque minuti un rumore di ferraglia ha fatto sobbalzare non solo me ma anche la piccola Biù Biù che dalla cuccia si è fiondata a razzo sotto il letto. Ma che diavolo stava succedendo? Sono corsa in bagno mentre la lavatrice eseguiva il terzo giro "della morte" perché dopo di questo... inesorabilmente... impietosamente si è bloccata.
Che cosa potevo fare? Panico!... Dapprima ho staccato la spina, poi ho aperto lo sportello, e a questo punto... Panico Totale! Perché l'apertura del cestello non si vedeva proprio... era rimasta in basso... incastrata non so dove. Ho cercato di far girare manualmente tutto quel complicato marchingegno, ma l'impresa si è manifestata subito titanica se non addirittura impossibile. Come avrei fatto a riportare "alla luce" il mio bucato? Sarei riuscita nel mio intento o avrei dovuto rassegnarmi... rinunciare a lavatrice e... tutto il resto?
Dopo sconsolati tentativi andati a vuoto si era fatto comunque tardi... Dovevo andare... sbrigarmi... altrimenti avrei perso l'autobus, e per me sarebbe stato oltre il danno anche la beffa...
Veramente "il tradimento" della lavatrice mi aveva alquanto disturbato e piuttosto innervosito e, in un primo momento avevo pensato pure di non uscire... rinunciare. Ma a che cosa sarebbe servito restare a casa in contemplazione di una macchina che m'aveva girato le spalle ovvero ... il cestello? Così mi sono precipitata per le scale giusto in tempo per veder arrivare davanti casa mia l'autobus n. 11. Trafelata mi sono sbracciata, l'autista, bontà sua, si è fermato.
Durante il tragitto per l'ospedale continuavo a... pensare a quell' "accidente", pensavo soprattutto al bucato, ostaggio di una lavatrice senza pietà. Prima di scendere avevo telefonato all'Amore della mia Vita per raccontargli che cosa era successo... " E dov'è il problema?", mi aveva risposto, "la rottamiamo e ne compriamo un'altra", "E i panni?", " Buttiamo anche quelli... che c'mport!? "
Devo ammettere che essere circondati da persone "... che c'mport "(ricordate, una delle "mie amiche"?) aiuta molto, è uno sprone notevole a dare la giusta valutazione ad ogni cosa, però... nonostante questo... "No, mio caro... ai panni non rinuncio! E poi ci sono le tue camicie nuove", "Beh... se ci tieni tanto alle mie camicie... dai... stasera risolviamo il problema... basterà mettere fuori il cestello. Porto a casa gli attrezzi, le chiavi speciali, vedrai... salveremo almeno i panni". Meno male, pensavo... bisogna solo aspettare a stasera. Ma il bello doveva ancora cominciare.
A sera, armati di tutta la buona volontà... mio marito con i suoi attrezzi speciali ed io con la massima pazienza siamo partiti al recupero della biancheria perduta. Iniziava così il braccio di ferro con la macchina infernale. Ad una ad una le viti venivano via, palesandosi più numerose del previsto. Quando credevi che fossero finite ne spuntava subito un'altra, mimetizzata... quasi a farti un dispetto. E poi, bulloni su bulloni. Ma quanti bulloni può avere una lavatrice? In breve tempo ci siamo trovati con innumerevoli viti sparse un po' dovunque, sulla mensola sotto lo specchio... sulla scarpiera... sul pavimento. Tutto intorno i pezzi sparpagliati, in disordine. E del cestello? Neanche l'ombra. Sembrava sigillato, chiuso in una cassaforte.
Alla fine il compagno della mia Vita non c'ha visto più e ha cominciato a prenderla a martellate, la lavatrice... poi ha tagliato i fili... ha girato e voltato quella carcassa con la forza della disperazione, e ad un certo punto... quando non ci credevamo ormai più... il cestello ha ceduto... è venuto fuori... e ha rassegnato le dimissioni.
Aveva cercato di resistere, forse per ottenere un'altra possibilità... ma come potevamo concedergliela dopo quello che c'aveva fatto?
Ebbene sì! E' ciò che... a giusto diritto... sento di affermare alla fine di una giornata travagliata... faticosa... "distruttiva" nel vero senso della parola.
E pensare che oggi il bucato non era in programma! Ma chi me l'ha fatto fare?! La lavatrice non era neanche tanto piena, poi... sono bastati un asciugamano... un pigiama e due tovaglioli ... che mi son detta, meglio oggi... domani ci saranno anche le lenzuola. E così... posta la biancheria... introdotta la pallina col detersivo... ho chiuso il cestello che nella mia lavatrice "si apriva" (ei fu...) dall'alto. Dopo neanche cinque minuti un rumore di ferraglia ha fatto sobbalzare non solo me ma anche la piccola Biù Biù che dalla cuccia si è fiondata a razzo sotto il letto. Ma che diavolo stava succedendo? Sono corsa in bagno mentre la lavatrice eseguiva il terzo giro "della morte" perché dopo di questo... inesorabilmente... impietosamente si è bloccata.
Che cosa potevo fare? Panico!... Dapprima ho staccato la spina, poi ho aperto lo sportello, e a questo punto... Panico Totale! Perché l'apertura del cestello non si vedeva proprio... era rimasta in basso... incastrata non so dove. Ho cercato di far girare manualmente tutto quel complicato marchingegno, ma l'impresa si è manifestata subito titanica se non addirittura impossibile. Come avrei fatto a riportare "alla luce" il mio bucato? Sarei riuscita nel mio intento o avrei dovuto rassegnarmi... rinunciare a lavatrice e... tutto il resto?
Dopo sconsolati tentativi andati a vuoto si era fatto comunque tardi... Dovevo andare... sbrigarmi... altrimenti avrei perso l'autobus, e per me sarebbe stato oltre il danno anche la beffa...
Veramente "il tradimento" della lavatrice mi aveva alquanto disturbato e piuttosto innervosito e, in un primo momento avevo pensato pure di non uscire... rinunciare. Ma a che cosa sarebbe servito restare a casa in contemplazione di una macchina che m'aveva girato le spalle ovvero ... il cestello? Così mi sono precipitata per le scale giusto in tempo per veder arrivare davanti casa mia l'autobus n. 11. Trafelata mi sono sbracciata, l'autista, bontà sua, si è fermato.
Durante il tragitto per l'ospedale continuavo a... pensare a quell' "accidente", pensavo soprattutto al bucato, ostaggio di una lavatrice senza pietà. Prima di scendere avevo telefonato all'Amore della mia Vita per raccontargli che cosa era successo... " E dov'è il problema?", mi aveva risposto, "la rottamiamo e ne compriamo un'altra", "E i panni?", " Buttiamo anche quelli... che c'mport!? "
Devo ammettere che essere circondati da persone "... che c'mport "(ricordate, una delle "mie amiche"?) aiuta molto, è uno sprone notevole a dare la giusta valutazione ad ogni cosa, però... nonostante questo... "No, mio caro... ai panni non rinuncio! E poi ci sono le tue camicie nuove", "Beh... se ci tieni tanto alle mie camicie... dai... stasera risolviamo il problema... basterà mettere fuori il cestello. Porto a casa gli attrezzi, le chiavi speciali, vedrai... salveremo almeno i panni". Meno male, pensavo... bisogna solo aspettare a stasera. Ma il bello doveva ancora cominciare.
A sera, armati di tutta la buona volontà... mio marito con i suoi attrezzi speciali ed io con la massima pazienza siamo partiti al recupero della biancheria perduta. Iniziava così il braccio di ferro con la macchina infernale. Ad una ad una le viti venivano via, palesandosi più numerose del previsto. Quando credevi che fossero finite ne spuntava subito un'altra, mimetizzata... quasi a farti un dispetto. E poi, bulloni su bulloni. Ma quanti bulloni può avere una lavatrice? In breve tempo ci siamo trovati con innumerevoli viti sparse un po' dovunque, sulla mensola sotto lo specchio... sulla scarpiera... sul pavimento. Tutto intorno i pezzi sparpagliati, in disordine. E del cestello? Neanche l'ombra. Sembrava sigillato, chiuso in una cassaforte.
Alla fine il compagno della mia Vita non c'ha visto più e ha cominciato a prenderla a martellate, la lavatrice... poi ha tagliato i fili... ha girato e voltato quella carcassa con la forza della disperazione, e ad un certo punto... quando non ci credevamo ormai più... il cestello ha ceduto... è venuto fuori... e ha rassegnato le dimissioni.
Aveva cercato di resistere, forse per ottenere un'altra possibilità... ma come potevamo concedergliela dopo quello che c'aveva fatto?
e io sono qui a leggere come sempre.... Un abbraccio Mary e buon fine settimana.
RispondiEliminaGrazie, cara... un abbraccio sincero.
RispondiEliminaMary