mercoledì 12 ottobre 2022

L'ECO DI OGNI PASSO COMPIUTO (n.33) ("Girotondo" d'amore)

«Un giorno una persona salì sulla montagna dove si rifugiava una donna eremita che meditava, e le chiese: - “Cosa fai in tanta solitudine?” Al che lei rispose: - “Ho un sacco di lavoro da fare.” - “E come fai ad avere così tanto lavoro? ...non vedo niente qui...” - “Devo allenare due falchi e due aquile, tranquillizzare due conigli, disciplinare un serpente, motivare un asino e domare un leone.” - “E dove sono? ...non li vedo...” - “Li ho dentro.” - “I falchi si lanciano su tutto quello che mi viene presentato, buono o cattivo, devo allenarli a lanciarsi su cose buone. Sono i miei occhi.” - “Le due aquile con i loro artigli feriscono e distruggono, devo insegnare loro a non fare del male. Sono le mie mani.” - “I conigli vogliono andare dove vogliono, scappano dall’affrontare situazioni difficili, devo insegnare loro a stare tranquilli anche se c'è sofferenza o ostacoli. Sono i miei piedi.” - “L’asino è sempre stanco, è testardo, molto spesso non vuole portare il suo peso. È il mio corpo.” - “Il più difficile da domare è il serpente. Anche se è rinchiuso in una gabbia robusta, è sempre pronto a mordere e avvelenare chiunque sia vicino. Devo disciplinarlo. È la mia lingua.” - “Ho anche un leone. Oh... è fiero, vanitoso, crede di essere il re. Devo domarlo. È il mio ego.” - “Come vedi, amico, ho molto lavoro da fare. E tu? A cosa stai lavorando?”.» Una leggenda Zen per incominciare e una meditazione sui suoni e i pensieri, esercizio per la presenza mentale. La condivisione dell'esperienza di volontari alla ripresa. Timori, "strategie" per l'approccio, emozioni. Un volontariato impegnativo, in cui non si può mai essere certi di nulla, meno che mai dell'aver agito giusto, delle parole giuste. Unica certezza, l'ascolto, cosa che oggi generalmente manca e che riportato al giusto valore in situazioni difficili, è di gran conforto. Coinvolgente il "girotondo finale". Dalla "saggezza dei bambini" la ricarica del contatto. In cerchio, tenendoci per mano, seguendo la dolcezza musicale di Emiliano Toso, ognuno è andato incontro all'Altro, abbracciandolo. Dopo due lunghi anni, quando il forzato isolamento ha portato come conseguenza la paura, il sospetto dell'altro, "toccarsi" è stato come far parlare il Cuore. Emozionante. Un lungo, reciproco abbraccio, un sorriso che si è sciolto in una lacrima di commozione.

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