Non proprio. Sarebbe più opportuno dire, trovare il bello e il buono in ogni situazione, anche quando qualcosa rema contro.
Come abbiamo fatto Noi, quest'ultimo mercoledì dei Nostri. Partiti per la solita uscita settimanale pur in condizioni meteo avverse.
Solo due giorni sono trascorsi, e le temperature hanno preso a risalire. Avessimo aspettato queste ore, forse sarebbe stato come le altre volte, ma Noi... no. Perché l'esperienza, l'età o non so cosa c'ha portato a pensarla in altro modo, mai rimandare, aggiustarsi la cosa al meglio ma... non rimandare mai.
Appena levata, il mattino mi ha accolta con quella luce lattiginosa che la dice lunga in questo periodo dell'anno. Ho aperto la finestra e ho visto la neve scendere lenta e a grandi fiocchi.
Si andrà oppure no? La risposta me l'ero già data, comunque ho aspettato la "decisione suprema".
Si va... magari non troppo lontano, facciamo pure con cautela e ben coperti, però... si va.
E siamo partiti. Non nevicava più, ma soffiava un vento di bora che gelava le ossa.
Una ventina di minuti ed eravamo a destinazione. Lucera... città d'arte. Bella davvero.
Abbiamo cominciato dall'Anfiteatro. Due anime dantesche dal coraggio incosciente. Che poi... a pensarci bene... ad essere coraggiosi in generale e con gradi sottozero in particolare, incoscienti si deve proprio essere. Comunque, non avevamo fatto più di una decina di passi che da un gabbiotto sono venuti fuori tutti imbacuccati un uomo e una donna...
Guardi, si paga un ticket... neh?!
A parte che lo sapevamo già, potevamo prima arrivare al famoso gabbiotto... o no? Non ce la saremmo di certo data a gambe, combinati come stavamo, semi congelati e infagottati.
Va be'... lasciamo stare. Il ticket, l'abbiamo pagato e poi ci siamo inoltrati alla ricerca di un raggio di sole tra reperti storici e residui di neve tra ciottoli e scale.
Due anime solitarie percorse da folate di vento gelido, e qualche timida gazza, svolazzante a zig zag tra i rari arbusti emergenti dalla coltre bianca. Diciamo pure uno scenario anomalo per un luogo come quello, però dal fascino particolare. Qualche scatto per ricordare l'emozione del momento.
All'uscita ci è venuta incontro una signora che probabilmente per giustificare il prezzo non proprio basso, o solo per dare una motivazione alla Sua presenza, ha incominciato a sciorinare tutta la storia non solo della città, ma della Capitanata intera. Invasioni, dominazioni, popolazioni autoctone e infiltrate... mentre ormai eravamo in procinto di congelarci del tutto.
Scusi... e per il Duomo?
Abbiamo tagliato corto...
Andate dritto per questa strada, poi a destra... a destra ancora, e poi chiedete. E copritevi bene, mi raccomando.
Più di così...? Impossibile.
Siamo andati al Duomo... dopo aver cercato affannosamente un bar dove trovar ristoro... siamo poi tornati indietro. Riscaldati solo da qualche raro raggio di sole.
Poi, sulla strada verso casa, prima del solito previsto. Contenti lo stesso.
Abbiamo imparato finalmente la grande "arte" della Flessibilità. Riuscire a vedere il bello, il buono pure quando non c'è.
Come abbiamo fatto Noi, quest'ultimo mercoledì dei Nostri. Partiti per la solita uscita settimanale pur in condizioni meteo avverse.
Solo due giorni sono trascorsi, e le temperature hanno preso a risalire. Avessimo aspettato queste ore, forse sarebbe stato come le altre volte, ma Noi... no. Perché l'esperienza, l'età o non so cosa c'ha portato a pensarla in altro modo, mai rimandare, aggiustarsi la cosa al meglio ma... non rimandare mai.
Appena levata, il mattino mi ha accolta con quella luce lattiginosa che la dice lunga in questo periodo dell'anno. Ho aperto la finestra e ho visto la neve scendere lenta e a grandi fiocchi.
Si andrà oppure no? La risposta me l'ero già data, comunque ho aspettato la "decisione suprema".
Si va... magari non troppo lontano, facciamo pure con cautela e ben coperti, però... si va.
E siamo partiti. Non nevicava più, ma soffiava un vento di bora che gelava le ossa.
Una ventina di minuti ed eravamo a destinazione. Lucera... città d'arte. Bella davvero.
Abbiamo cominciato dall'Anfiteatro. Due anime dantesche dal coraggio incosciente. Che poi... a pensarci bene... ad essere coraggiosi in generale e con gradi sottozero in particolare, incoscienti si deve proprio essere. Comunque, non avevamo fatto più di una decina di passi che da un gabbiotto sono venuti fuori tutti imbacuccati un uomo e una donna...
Guardi, si paga un ticket... neh?!
A parte che lo sapevamo già, potevamo prima arrivare al famoso gabbiotto... o no? Non ce la saremmo di certo data a gambe, combinati come stavamo, semi congelati e infagottati.
Va be'... lasciamo stare. Il ticket, l'abbiamo pagato e poi ci siamo inoltrati alla ricerca di un raggio di sole tra reperti storici e residui di neve tra ciottoli e scale.
Due anime solitarie percorse da folate di vento gelido, e qualche timida gazza, svolazzante a zig zag tra i rari arbusti emergenti dalla coltre bianca. Diciamo pure uno scenario anomalo per un luogo come quello, però dal fascino particolare. Qualche scatto per ricordare l'emozione del momento.
All'uscita ci è venuta incontro una signora che probabilmente per giustificare il prezzo non proprio basso, o solo per dare una motivazione alla Sua presenza, ha incominciato a sciorinare tutta la storia non solo della città, ma della Capitanata intera. Invasioni, dominazioni, popolazioni autoctone e infiltrate... mentre ormai eravamo in procinto di congelarci del tutto.
Scusi... e per il Duomo?
Abbiamo tagliato corto...
Andate dritto per questa strada, poi a destra... a destra ancora, e poi chiedete. E copritevi bene, mi raccomando.
Più di così...? Impossibile.
Siamo andati al Duomo... dopo aver cercato affannosamente un bar dove trovar ristoro... siamo poi tornati indietro. Riscaldati solo da qualche raro raggio di sole.
Poi, sulla strada verso casa, prima del solito previsto. Contenti lo stesso.
Abbiamo imparato finalmente la grande "arte" della Flessibilità. Riuscire a vedere il bello, il buono pure quando non c'è.
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