Ieri sera piacevole spettacolo di varietà, organizzato dalle rappresentanze dell'Oncologia Medica degli Ospedali Riuniti di Foggia. Fortemente voluto per sensibilizzare alle problematiche dell'Oncologia, in pochi giorni i biglietti sono stati venduti, e così ci siamo ritrovati Tutti Insieme al teatro Umberto Giordano come in famiglia.
Opportuni convenevoli e rapidi saluti delle Autorità all'inizio, poi l'intervento del Primario della Struttura complessa di Oncologia Medica, che ha presentato il reparto e spiegato il fine della serata. Cercare di rendere migliori spazi e momenti che caratterizzano parte della condizione da pazienti oncologici.
"... i malati sono la figura di Cristo, la parte di carne che manca ai patimenti di Gesù", la citazione-programma che racchiude l'opera di Giuseppe Moscati, il medico santo a cui è dedicata la Struttura. Tutti conoscono il Suo operato che lo vedeva al centro di una grande missione, impiegare tutto se stesso per Chi soffre anche gratuitamente. Farsi povero tra i poveri in nome dell' Amore Incondizionato.
Una figura, quella di San Giuseppe Moscati, che i Nostri medici tendono ad emulare per professionalità ma soprattutto per umanità. E non è un caso per questo che ieri sera ci sentivamo a casa, protetti da un'atmosfera di gioioso affetto.
Gli artisti che si sono avvicendati sul palco hanno espresso note da "inno alla vita", ognuno nella propria specialità, così dalle meditazioni in tono semplice di una teologa si è passati alle imitazioni garbate e rispettose degli ultimi tre pontefici, poi alle esibizioni musicali di un soprano e un valente pianista, e di una giovanissima cantante dalla grande musicalità e dal timbro vocale che tanto ricordava Malika Ayane. Un bel coinvolgimento.
Non sono mancate le risate per il lungo monologo di un comico in vernacolo, un susseguirsi di battute irresistibili tra ironia e osservazione critica di alcuni aspetti della realtà locale e atteggiamenti tipici di varia umanità.
Le forme d'Arte, come pure la Spiritualità, persino lo Sport possono essere considerati a giusto merito "terapia complementare", e ieri non sono mancati.
La Musica risolve. Essere in sintonia col Divino e il proprio Sé. Il tifo calcistico. L'ironia e il buonumore. Distrattori mentali e non. Tutto questo è "supporto terapeutico" per la patologia oncologica, e alla fine riporta alle risorse che ognuno ha in dote da sempre ma di cui diventa consapevole solo scosso dall'estrema necessità.
Non c'è coraggio, è vero... se prima non si conosce la Paura.
Opportuni convenevoli e rapidi saluti delle Autorità all'inizio, poi l'intervento del Primario della Struttura complessa di Oncologia Medica, che ha presentato il reparto e spiegato il fine della serata. Cercare di rendere migliori spazi e momenti che caratterizzano parte della condizione da pazienti oncologici.
"... i malati sono la figura di Cristo, la parte di carne che manca ai patimenti di Gesù", la citazione-programma che racchiude l'opera di Giuseppe Moscati, il medico santo a cui è dedicata la Struttura. Tutti conoscono il Suo operato che lo vedeva al centro di una grande missione, impiegare tutto se stesso per Chi soffre anche gratuitamente. Farsi povero tra i poveri in nome dell' Amore Incondizionato.
Una figura, quella di San Giuseppe Moscati, che i Nostri medici tendono ad emulare per professionalità ma soprattutto per umanità. E non è un caso per questo che ieri sera ci sentivamo a casa, protetti da un'atmosfera di gioioso affetto.
Gli artisti che si sono avvicendati sul palco hanno espresso note da "inno alla vita", ognuno nella propria specialità, così dalle meditazioni in tono semplice di una teologa si è passati alle imitazioni garbate e rispettose degli ultimi tre pontefici, poi alle esibizioni musicali di un soprano e un valente pianista, e di una giovanissima cantante dalla grande musicalità e dal timbro vocale che tanto ricordava Malika Ayane. Un bel coinvolgimento.
Non sono mancate le risate per il lungo monologo di un comico in vernacolo, un susseguirsi di battute irresistibili tra ironia e osservazione critica di alcuni aspetti della realtà locale e atteggiamenti tipici di varia umanità.
Le forme d'Arte, come pure la Spiritualità, persino lo Sport possono essere considerati a giusto merito "terapia complementare", e ieri non sono mancati.
La Musica risolve. Essere in sintonia col Divino e il proprio Sé. Il tifo calcistico. L'ironia e il buonumore. Distrattori mentali e non. Tutto questo è "supporto terapeutico" per la patologia oncologica, e alla fine riporta alle risorse che ognuno ha in dote da sempre ma di cui diventa consapevole solo scosso dall'estrema necessità.
Non c'è coraggio, è vero... se prima non si conosce la Paura.
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