Guardo il mio camice fresco di bucato, e mi sento serena. Di una serenità che sa di conforto e certezze. Non sono sicura, né lo sarò mai di aver vinto ma so per certo che il mio è l'atteggiamento giusto per me. Continuare per questa strada senza farmi troppe domande, scacciando i dubbi, rimandando le soluzioni. L'unica non solo plausibile bensì obbligata, mettermi fretta e darmi da fare qualora fosse necessario. Questo l'ho imparato.
E intanto vivo la mia esperienza di volontariato, a gennaio saranno 4 anni ufficiali eppure sento come avessi fatto questa cosa da sempre. Non mi pesa, al contrario mi dà gioia, e quando qualcuno mi ringrazia mi schernisco con sincerità. Davvero dovrei essere io a ringraziare, e non basterebbe mai perché è ricchezza che mi sta migliorando.
Se riesco a perdonarmi e perdonare, lo devo a Chi mi accoglie anche se stanco, dolorante, afflitto.
Se faccio un passo indietro e non provo la vergogna dell'umiliazione, è merito del coraggio che noto negli occhi di Chi non è mai stanco di lottare.
Se nonostante fatti avversi, non getto la spugna è per i sorrisi di cui mi si fa dono e gli "appuntamenti" fissati volta per volta.
C'avete mai pensato al valore che assume un appuntamento per Chi non dà per scontato più nulla, meno di tutto il tempo? Lo so bene io, che mi rassicuravo ad ogni data fissata in anticipo, pensando che almeno per tre settimane ci sarei stata ancora. Piccola ma benefica illusione. Già, fu proprio così.
Cominciai con poca convinzione poi mi convinsi davvero che ce l'avrei fatta... mi ripetevo alcune frasi che mi piacevano, mi tiravano su il morale, le ripetevo più volte al giorno o alla bisogna, a mo' di "mantra" e così sono andata avanti.
In pratica la "mia parentesi" ne conteneva tante altre, le aprivo e chiudevo a mio piacimento, fino a quando quella principale fu chiusa davvero e ora spero per sempre.
Non ho voluto mettere un "punto fermo" perché con la Vita non si sa mai, e così ho continuato a restare nell'"ambiente".
E' triste?... di certo non è una "festa" perché empaticamente si vive la sofferenza altrui, ma di contro si acquisisce "competenza", si abbatte la paura e le parentesi sono solo quelle che una "penna" apre e chiude su un foglio bianco. O su uno spazio come questo, che non avrà un limite a meno che io non lo voglia.
Ogni tanto ci penso a quel che è stato, soprattutto in questo periodo prima delle feste. Basta poco... e ci penso.
Eppure ostinatamente guardo gli occhi che mi si avvicinarono tramite l'inquietudine.
Lo sguardo non mi fa paura, lo sfido con un sorriso. Anche mentre ci penso. Ricorda solo la memoria e lo sente l'anima.
Mi metto di buon animo e non sono triste, stanca e sola. Con calma metto al bando i pensieri vagabondi e mi convinco.
Accoglierò giorno per giorno quello che di bello la vita mi dà. Ed io la ricambierò con il meglio che posso fare.
E intanto vivo la mia esperienza di volontariato, a gennaio saranno 4 anni ufficiali eppure sento come avessi fatto questa cosa da sempre. Non mi pesa, al contrario mi dà gioia, e quando qualcuno mi ringrazia mi schernisco con sincerità. Davvero dovrei essere io a ringraziare, e non basterebbe mai perché è ricchezza che mi sta migliorando.
Se riesco a perdonarmi e perdonare, lo devo a Chi mi accoglie anche se stanco, dolorante, afflitto.
Se faccio un passo indietro e non provo la vergogna dell'umiliazione, è merito del coraggio che noto negli occhi di Chi non è mai stanco di lottare.
Se nonostante fatti avversi, non getto la spugna è per i sorrisi di cui mi si fa dono e gli "appuntamenti" fissati volta per volta.
C'avete mai pensato al valore che assume un appuntamento per Chi non dà per scontato più nulla, meno di tutto il tempo? Lo so bene io, che mi rassicuravo ad ogni data fissata in anticipo, pensando che almeno per tre settimane ci sarei stata ancora. Piccola ma benefica illusione. Già, fu proprio così.
Cominciai con poca convinzione poi mi convinsi davvero che ce l'avrei fatta... mi ripetevo alcune frasi che mi piacevano, mi tiravano su il morale, le ripetevo più volte al giorno o alla bisogna, a mo' di "mantra" e così sono andata avanti.
In pratica la "mia parentesi" ne conteneva tante altre, le aprivo e chiudevo a mio piacimento, fino a quando quella principale fu chiusa davvero e ora spero per sempre.
Non ho voluto mettere un "punto fermo" perché con la Vita non si sa mai, e così ho continuato a restare nell'"ambiente".
E' triste?... di certo non è una "festa" perché empaticamente si vive la sofferenza altrui, ma di contro si acquisisce "competenza", si abbatte la paura e le parentesi sono solo quelle che una "penna" apre e chiude su un foglio bianco. O su uno spazio come questo, che non avrà un limite a meno che io non lo voglia.
Ogni tanto ci penso a quel che è stato, soprattutto in questo periodo prima delle feste. Basta poco... e ci penso.
Eppure ostinatamente guardo gli occhi che mi si avvicinarono tramite l'inquietudine.
Lo sguardo non mi fa paura, lo sfido con un sorriso. Anche mentre ci penso. Ricorda solo la memoria e lo sente l'anima.
Mi metto di buon animo e non sono triste, stanca e sola. Con calma metto al bando i pensieri vagabondi e mi convinco.
Accoglierò giorno per giorno quello che di bello la vita mi dà. Ed io la ricambierò con il meglio che posso fare.
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