martedì 28 giugno 2016

QUEL CHE RESTA DI UNA BRUSCA VIRATA


Un improvviso e decisivo cambiamento, innanzitutto. E poi la strana sensazione di non essere più nella tua pelle.
Come dopo una mareggiata che si crede di poter contenere, ed invece lascia solo "frammenti" di emozioni e sentimenti. E pare non hai combinato niente di buono per tutto il tempo, affannandoti a costruire castelli di sabbia. Che tra l'altro qualcuno, passo dopo passo, schiaccia senza pietà.
Eppure potrebbe lasciarli dove sono... farlo per Amore, quello stesso impulso forse inteso male che ha permesso fossero lì, uno dopo l'altro, anno dopo anno.
Ma va così per Tutti, non bisogna demolirsi dentro. Crediamo di agire per il bene, e alla fine... quanti danni? Ma perché aggiungerne altri in modo consapevole, recriminando, rimpiangendo quando ovviamente indietro non si può tornare? Ché si potesse pure, ugualmente nulla cambierebbe. Mancherebbe la "saggezza di poi", l'esperienza.
E' chiaro che questo "bel discorso" nella veste di "profonda riflessione" nasce da alterne personali vicende familiari e non...
In questi giorni ci sono stati momenti in cui ho evitato lo specchio per non ritrovare un'immagine che detesto. Quando mi guardo e non mi riconosco perché non mi piaccio. E di me non mi piace proprio niente... soprattutto ciò che lo sguardo rivela. Lo sbigottimento, la delusione, l'aver cancellato la memoria degli errori.
Ho evitato lo specchio per cercarmi altrove, e ritrovare l'Amore per me stessa. Solo così potrò riparare, non scorgere solo dei "resti" e poi ricominciare.

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