Ormai sono dodici anni che vivo questa nuova realtà da "volontaria ufficiale".
Ben distinti i ricordi, tante le storie ascoltate, molti i volti indimenticabili. Tutto rimane in me.
Ci sono storie speciali di persone normali che si raccontano per caso.
Ci sono storie che hanno del miracolo, e tutte evidenziano come presupposto un "Cuore disponibile" e uno stato d'animo speciale.
Ne sento raccontare di storie, osservo e porgo ascolto, e pure se mi sforzo di restare lucida, vengo coinvolta quasi totalmente.
Ci sono storie che a sentirle cambiano il corso alla giornata e lasciano il segno nella vita. E vado via con gli occhi lucidi, e ripenso ad ogni parola, con l'intento di custodirla.
Così non potrò scordare Antonio e i suoi occhi, il voler farsi capire senza parole, il "pretendere" il fiocchetto colorato che gelosamente metteva in tasca insieme con gli altri, ché stessero insieme sempre perché gli appartevano... erano "roba sua".
E invece la benedetta caramella che mi aveva chiesto l'ultima volta, non avevo fatto in tempo a dargliela. Era rimasta nella tasca del camice, e nel momento in cui avevo saputo con certezza, tirata fuori l'avevo stretta tra le dita, come sempre facevo con la sua mano ogni volta prima di andare via.
Giorno dopo giorno la narrazione di esperienze di vita, osservate con lo sguardo del Cuore.
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