venerdì 23 agosto 2024

INCONTRI (n.12) (E ti ascolto e il mio sarà ascolto attento)

Oggi è stata una delle poche volte che sono passata per tutte le stanze. Forse perché ho incontrato per la maggior parte pazienti di sesso maschile? O magari no, perché anche gli uomini non disdegnano raccontarsi. Anzi uno in particolare stamattina mi ha raccontato tutto di sé, dall'infanzia fino ad oggi, e dico... 75 anni non sono mica pochi. Ma non dimentico di essere una volontaria, e con trasporto mi faccio carico di una parte del fardello ascoltando. Così mi sono relazionata con tutti allo stesso modo, non ho dimenticato nessuno. Il giovane uomo dal nome gentile, l'anziano chiacchierone e l'altro che ridimensiona il tutto, chiamando la malattia, "bestiolina". Ho ascoltato con il Cuore, restando loro accanto. Non esiste testo né manuale per relazionarsi, si tratta di simpatia, sintonia... empatia. E le parole? Poche e soprattutto pensate. Le parole sono un dono, metterle insieme un'abilità, arricchirle facendone pensieri senza enfasi una virtù.

2 commenti:

  1. L'altro ieri, in attesa del nostro turno di chemio, Lulù si è messa a parlare con delle altre signore.. la solidarietà in certi frangenti nasce spontanea, l'aiuto, l'esporre le proprie esperienza, il magari mettere in guardia contro le più classiche controindicazioni: la neuropatia ad esempio.. vedevo lei e pensavo a te..

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  2. Certo, caro Franco. La condivisione, la solidarietà alleggerisce il peso. Annulla soprattutto il senso di solitudine.
    Grazie per il "pensiero".

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