Immagine di pura fantasia, praticamente impossibile. La piccola onda in un bicchiere crea una tempesta abortita. Nasce dal nulla, e per un limite oggettivo, tenta ma non monta più di tanto, e abortisce.
Un'altra metafora...? Si. Perché non sempre si può essere espliciti, e quando qualcosa non va, nessuno da Te se lo aspetterebbe. Hai una responsabilità importante, e per questo devi contenere rabbia, dolore, stizza... delusione, soprattutto quest'ultima, per non deludere a Tua volta.
Mi dicono... chissà i tuoi figli quanto saranno fieri di te...
Mah, è tutto da verificare, magari è proprio il contrario perché avrò sbagliato con loro ed ora trovano atteggiamento e opere in contrasto col vissuto pregresso e in più pure tante omissioni.
Ma tant'è, siamo esseri umani pronti a sbagliare, scordarcelo e ricominciare. E chiediamo scusa, col rischio di tornare più volte a disprezzarci per non aver capito niente e continuare a farlo, perché ancora creature imperfette destinate ad avere sempre un dito puntato contro.
Perché... tu, perché... tu, perché tu...
A cui necessariamente si può rispondere in un solo modo.
Perché... io, perché... io, perché io...
Ed è una continua litania, che si alterna ad un indifferente silenzio. Falsa quiete che precede e accompagna la piccola onda.
Alla fine non succede niente e tutto torna come prima, all'apparenza perché qualcosa dentro sempre si perde. Come la grande onda ripetutamente contro lo scoglio, ogni volta ne sgretola un po'.
Un'altra metafora...? Si. Perché non sempre si può essere espliciti, e quando qualcosa non va, nessuno da Te se lo aspetterebbe. Hai una responsabilità importante, e per questo devi contenere rabbia, dolore, stizza... delusione, soprattutto quest'ultima, per non deludere a Tua volta.
Mi dicono... chissà i tuoi figli quanto saranno fieri di te...
Mah, è tutto da verificare, magari è proprio il contrario perché avrò sbagliato con loro ed ora trovano atteggiamento e opere in contrasto col vissuto pregresso e in più pure tante omissioni.
Ma tant'è, siamo esseri umani pronti a sbagliare, scordarcelo e ricominciare. E chiediamo scusa, col rischio di tornare più volte a disprezzarci per non aver capito niente e continuare a farlo, perché ancora creature imperfette destinate ad avere sempre un dito puntato contro.
Perché... tu, perché... tu, perché tu...
A cui necessariamente si può rispondere in un solo modo.
Perché... io, perché... io, perché io...
Ed è una continua litania, che si alterna ad un indifferente silenzio. Falsa quiete che precede e accompagna la piccola onda.
Alla fine non succede niente e tutto torna come prima, all'apparenza perché qualcosa dentro sempre si perde. Come la grande onda ripetutamente contro lo scoglio, ogni volta ne sgretola un po'.
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