Ciò che era semplicemente impensabile un tempo, oggi è necessaria realtà. L'intervento di ricostruzione mammaria va interpretato come momento integrante dell'iter terapeutico del carcinoma mammario e conseguente mastectomia. La Donna che incontra nel Suo percorso di vita il tumore al seno, ha il diritto di ritrovare la propria femminilità, quindi di essere ricostruita. Anche se non sempre è possibile perché in alcuni casi purtroppo non ci sono i presupposti per farlo.
Infatti non si può in caso di "Mastite Carcinomatosa", a causa dell'interessamento cutaneo da parte della neoplasia. Oppure quando il BMI (indice di massa corporea) è superiore a 33, per un alto rischio di complicanze del tipo "necrosi della cute" o "edema cronico". E ancora non possono essere sottoposte a ricostruzione le accanite fumatrici, le donne affette da patologie sistemiche (diabete), e quelle che superano i 75 anni di età, pure se per quest'ultime va valutato caso per caso. Altro impedimento importante potrebbero essere le conseguenze derivanti dalla radioterapia.
Diverse sono le metodiche di ricostruzione. La tradizionale, in due tempi successivi con il posizionamento di "espansore tissutale" in primis seguito, dopo un intervallo di tempo ragionevole, dalla sostituzione con protesi in silicone. Altra tecnica è la "Lembo Sparing" con tessuti autologhi che si avvale anche del "Lipofilling", ovvero reimpianto di grasso autologo appositamente trattato, per ridare volume e forma alla nuova mammella. Infine la "Lembo Diep" che non utilizza alcuna protesi ma si avvale di un lembo addominale per ricreare una mammella del tutto simile a quella persa.
Il prof. de Vita ha spiegato con dovizia di particolari le tecniche di ricostruzione, precisando che ogni paziente costituisce un caso a sé per riuscita dell'intervento e complicanze, tutto dipende dalla storia clinica e personale che non esclude la componente emotiva. Ha aggiunto che il rischio di complicanze è rapportato anche al numero di interventi sulla stessa mammella, e che per questo sarebbe opportuno non avanzare richieste suppletive, come ad esempio eliminare qualche cicatrice in più.
Particolare attenzione è stata dedicata ai casi di pazienti col gene mutato (BRCA1 e BRCA2), ove si presenta la necessità della "Mastectomia Profilattica". Dal 5% di una decina di anni fa si è arrivati al 25% degli ultimi tempi. Motivo... il caso di Angelina Jolie, la cui storia familiare ad alto rischio di tumore, non permette critica o giudizio.
Altre motivazioni che portano alla mastectomia decisa a tavolino sono... un esame istologico che rileva un "Carcinoma Lobulare", e la giovane età della donna anche senza il gene mutato.
La relazione-lezione del prof. de Vita si è conclusa con i ringraziamenti generali degli addetti ai lavori, e il grazie particolare di Noi donne operate al seno, che a professionisti di tale calibro guardiamo come speranza non solo di vita ma pure di ritrovata dignità.
Infatti non si può in caso di "Mastite Carcinomatosa", a causa dell'interessamento cutaneo da parte della neoplasia. Oppure quando il BMI (indice di massa corporea) è superiore a 33, per un alto rischio di complicanze del tipo "necrosi della cute" o "edema cronico". E ancora non possono essere sottoposte a ricostruzione le accanite fumatrici, le donne affette da patologie sistemiche (diabete), e quelle che superano i 75 anni di età, pure se per quest'ultime va valutato caso per caso. Altro impedimento importante potrebbero essere le conseguenze derivanti dalla radioterapia.
Diverse sono le metodiche di ricostruzione. La tradizionale, in due tempi successivi con il posizionamento di "espansore tissutale" in primis seguito, dopo un intervallo di tempo ragionevole, dalla sostituzione con protesi in silicone. Altra tecnica è la "Lembo Sparing" con tessuti autologhi che si avvale anche del "Lipofilling", ovvero reimpianto di grasso autologo appositamente trattato, per ridare volume e forma alla nuova mammella. Infine la "Lembo Diep" che non utilizza alcuna protesi ma si avvale di un lembo addominale per ricreare una mammella del tutto simile a quella persa.
Il prof. de Vita ha spiegato con dovizia di particolari le tecniche di ricostruzione, precisando che ogni paziente costituisce un caso a sé per riuscita dell'intervento e complicanze, tutto dipende dalla storia clinica e personale che non esclude la componente emotiva. Ha aggiunto che il rischio di complicanze è rapportato anche al numero di interventi sulla stessa mammella, e che per questo sarebbe opportuno non avanzare richieste suppletive, come ad esempio eliminare qualche cicatrice in più.
Particolare attenzione è stata dedicata ai casi di pazienti col gene mutato (BRCA1 e BRCA2), ove si presenta la necessità della "Mastectomia Profilattica". Dal 5% di una decina di anni fa si è arrivati al 25% degli ultimi tempi. Motivo... il caso di Angelina Jolie, la cui storia familiare ad alto rischio di tumore, non permette critica o giudizio.
Altre motivazioni che portano alla mastectomia decisa a tavolino sono... un esame istologico che rileva un "Carcinoma Lobulare", e la giovane età della donna anche senza il gene mutato.
La relazione-lezione del prof. de Vita si è conclusa con i ringraziamenti generali degli addetti ai lavori, e il grazie particolare di Noi donne operate al seno, che a professionisti di tale calibro guardiamo come speranza non solo di vita ma pure di ritrovata dignità.
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