Ho già detto, mi pare, che ieri è stata una giornata assai particolare. Intensa emotivamente a causa di coincidenze col momento, la celebrazione della giornata mondiale del Malato.
E' sembrato quasi mi si volesse fare un promemoria tramite un "excursus" doloroso di percorso, che se pure non uguale per Tutti, presenta delle tappe obbligate. Non voglio annoiare, e per questo non mi ripeterò. Sarà facile immaginare.
Così dalla piccola chiesa e poi su in reparto, dove ero di turno, e ancora più su in un altro a far visita ad una delle Amiche più care, tanto giovane che potrebbe essere mia figlia. E questo già la dice lunga, perché mi predispone con maggiore accudimento.
Cerco sempre di mantenere un lucido distacco, non farmi coinvolgere del tutto, perché non sarei poi di aiuto e non potrei fare quel che faccio. Ciò non toglie che certe volte si mettono insieme tanti di quegli accadimenti che un piccolo cedimento non può non esserci. E' minimo, ritenuto in tempo ma proprio perché non elaborato, persistente dentro come sofferto rimpianto. O rimorso per averlo abortito.
Salivo per quelle scale a capo basso, pensando alle parole dell'omelia ascoltata poco prima. Ero molto assorta...
Indifferenza che a lungo andare porta alla diffidenza. Aprire il Cuore, immergersi nel dolore, accogliere e nello stesso tempo sentirsi impotenti di fronte alla sofferenza innocente. Donare il tempo che ci è stato donato, perché nulla veramente ci appartiene ed è solo un "prestito" da investire...
Contenuti forti, pure non semplici da comprendere ed accettare. Pensavo a tutto questo.
Mancavano ormai un paio di scale al piano, quando ho notato due paia di gambe ferme di lato per consentirmi di arrivare e fermarmi. Istintivamente ho alzato lo sguardo. Una donna ed una ragazza giovane, le conoscevo entrambe. Negli occhi della prima, il luccichio di lacrime trattenute a stento.
Ti stavamo cercando... era la giovane a parlare. Ma ormai avevo capito e le parole erano inutili, ho sentito solo quella solita stretta alle tempie che mi prende per un dolore all'improvviso. Poi spilli negli occhi, però non potevo, non potevo...
E l'ho smessa là, cancellando il ricordo di un cruciverba dalle caselle sempre vuote, sciogliendomi in un abbraccio.
Conflitto di strane emozioni, seguito da un insolito silenzio dentro.
Un silenzio che preoccupa e fa sentire in bilico. Quasi tutto stesse per finire.
E' sembrato quasi mi si volesse fare un promemoria tramite un "excursus" doloroso di percorso, che se pure non uguale per Tutti, presenta delle tappe obbligate. Non voglio annoiare, e per questo non mi ripeterò. Sarà facile immaginare.
Così dalla piccola chiesa e poi su in reparto, dove ero di turno, e ancora più su in un altro a far visita ad una delle Amiche più care, tanto giovane che potrebbe essere mia figlia. E questo già la dice lunga, perché mi predispone con maggiore accudimento.
Cerco sempre di mantenere un lucido distacco, non farmi coinvolgere del tutto, perché non sarei poi di aiuto e non potrei fare quel che faccio. Ciò non toglie che certe volte si mettono insieme tanti di quegli accadimenti che un piccolo cedimento non può non esserci. E' minimo, ritenuto in tempo ma proprio perché non elaborato, persistente dentro come sofferto rimpianto. O rimorso per averlo abortito.
Salivo per quelle scale a capo basso, pensando alle parole dell'omelia ascoltata poco prima. Ero molto assorta...
Indifferenza che a lungo andare porta alla diffidenza. Aprire il Cuore, immergersi nel dolore, accogliere e nello stesso tempo sentirsi impotenti di fronte alla sofferenza innocente. Donare il tempo che ci è stato donato, perché nulla veramente ci appartiene ed è solo un "prestito" da investire...
Contenuti forti, pure non semplici da comprendere ed accettare. Pensavo a tutto questo.
Mancavano ormai un paio di scale al piano, quando ho notato due paia di gambe ferme di lato per consentirmi di arrivare e fermarmi. Istintivamente ho alzato lo sguardo. Una donna ed una ragazza giovane, le conoscevo entrambe. Negli occhi della prima, il luccichio di lacrime trattenute a stento.
Ti stavamo cercando... era la giovane a parlare. Ma ormai avevo capito e le parole erano inutili, ho sentito solo quella solita stretta alle tempie che mi prende per un dolore all'improvviso. Poi spilli negli occhi, però non potevo, non potevo...
E l'ho smessa là, cancellando il ricordo di un cruciverba dalle caselle sempre vuote, sciogliendomi in un abbraccio.
Conflitto di strane emozioni, seguito da un insolito silenzio dentro.
Un silenzio che preoccupa e fa sentire in bilico. Quasi tutto stesse per finire.
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