E notare tanta serenità tradotta in uno sguardo ridente fa venire, al contrario le lacrime agli occhi. Come è successo a me e all'Amica "ospitata", che ha già di suo, eppure non resta mai indifferente. E persino all'infermiera che a volte vuole apparire "dura e seria", e invece l'altro giorno si è lasciata andare, e alla fine ha raccontato di sé.
Come è vero che ognuno ha la Sua storia...
E se ognuno prendesse a raccontarla per farne dono, di sicuro ci sarebbe meno sofferenza, quella palpabile che si evita solo pensando ai "protagonisti" di altre ancora più dolorose.
Una maglietta gialla, attillata che metteva in risalto le generose forme, alle orecchie un paio di sferette dello stesso colore. Il sole. Un buon inizio per contrastare il buio all'improvviso.
Cominciava un altro percorso difficile della Sua esistenza...
A me non è mai stato tutto facile.
Hai figli?
Certo. Una. Ed è la ragione della mia vita.
In quel momento ho pensato, per tutte le mamme è così. I figli sono la motivazione più forte.
Aspetta, ti faccio vedere una sua foto.
Davvero una graziosa ragazzina, 14 anni ed una maturità adulta.
Sapessi quante ne ho fatte per averla. Ho aspettato sette anni, e quando ormai non ci speravo più ed avevamo pronte le carte per adottare, sono rimasta incinta. Ed è stata la mia felicità più grande.
Qualche tempo prima, però mio marito era stato colpito da un doppio lutto. Suo padre era morto d'infarto, e la moglie che lo amava tantissimo era venuta a mancare per lo stesso motivo e in quello stesso giorno. Una tragedia.
Collegai le due cose, quelle morti e la mia gravidanza, considerata già di per sé un miracolo. Dal deserto più totale sarebbe nato il fiore più bello. E riprendemmo a sorridere. Poi ricominciammo a vivere. E quando ormai c'eravamo convinti di "avere già dato" e poter stare tranquilli, ecco arrivare la batosta più grossa. Il mio tumore, e non solo... anche il tumore di mamma. Hanno detto per lei, non più di due mesi di vita, ed io mi sono sentita morire. Perché ne ho ancora estremo bisogno. Ché mi possa stare vicino, capirmi come già fa. Quando per rassicurarmi, dice... figlia mia, io sto bene. Devi pensare a Te, concentrati su di Te. Devi stare serena, io mi curo e continuerò a farlo per quanto sarà possibile, vada come deve, ma sono contenta comunque andrà. Perché so che mi aspetta il Padre Celeste.
E mentre raccontava questa storia incredibile per la successione di eventi difficili e dolorosi, Lei solare dentro e fuori, sorrideva convinta, gentile nelle parole, piena di speranza nello sguardo.
Ed io, così... mi sono sentita piccola, piccolissima cosa.
Come è vero che ognuno ha la Sua storia...
E se ognuno prendesse a raccontarla per farne dono, di sicuro ci sarebbe meno sofferenza, quella palpabile che si evita solo pensando ai "protagonisti" di altre ancora più dolorose.
Una maglietta gialla, attillata che metteva in risalto le generose forme, alle orecchie un paio di sferette dello stesso colore. Il sole. Un buon inizio per contrastare il buio all'improvviso.
Cominciava un altro percorso difficile della Sua esistenza...
A me non è mai stato tutto facile.
Hai figli?
Certo. Una. Ed è la ragione della mia vita.
In quel momento ho pensato, per tutte le mamme è così. I figli sono la motivazione più forte.
Aspetta, ti faccio vedere una sua foto.
Davvero una graziosa ragazzina, 14 anni ed una maturità adulta.
Sapessi quante ne ho fatte per averla. Ho aspettato sette anni, e quando ormai non ci speravo più ed avevamo pronte le carte per adottare, sono rimasta incinta. Ed è stata la mia felicità più grande.
Qualche tempo prima, però mio marito era stato colpito da un doppio lutto. Suo padre era morto d'infarto, e la moglie che lo amava tantissimo era venuta a mancare per lo stesso motivo e in quello stesso giorno. Una tragedia.
Collegai le due cose, quelle morti e la mia gravidanza, considerata già di per sé un miracolo. Dal deserto più totale sarebbe nato il fiore più bello. E riprendemmo a sorridere. Poi ricominciammo a vivere. E quando ormai c'eravamo convinti di "avere già dato" e poter stare tranquilli, ecco arrivare la batosta più grossa. Il mio tumore, e non solo... anche il tumore di mamma. Hanno detto per lei, non più di due mesi di vita, ed io mi sono sentita morire. Perché ne ho ancora estremo bisogno. Ché mi possa stare vicino, capirmi come già fa. Quando per rassicurarmi, dice... figlia mia, io sto bene. Devi pensare a Te, concentrati su di Te. Devi stare serena, io mi curo e continuerò a farlo per quanto sarà possibile, vada come deve, ma sono contenta comunque andrà. Perché so che mi aspetta il Padre Celeste.
E mentre raccontava questa storia incredibile per la successione di eventi difficili e dolorosi, Lei solare dentro e fuori, sorrideva convinta, gentile nelle parole, piena di speranza nello sguardo.
Ed io, così... mi sono sentita piccola, piccolissima cosa.
Grazie per questo post Mary... Stacco per un po', ma non preoccuparti.
RispondiEliminaBuona domenica, un abbraccio affettuoso. Ale
Spero vada tutto bene, Ale...
EliminaUn abbraccio, e non farci aspettare troppo.
Mary