Diciamo pure quand'è quasi notte fonda, io mi incontro coi pensieri dell'intero giorno.
Già, comincio dal primo mattino... a pensare. E' una predisposizione naturale, visto che non si tratta solo di ordinaria amministrazione, ma anche di qualcosa molto simile a intuizioni felici che regalano la sensazione di aver capito tutto, a seconda di situazione o problematica o momento.
Da sempre sono così... al mattino piuttosto silenziosa, mi risveglio all'ora di pranzo, poi di nuovo taciturna per un po'.
Mia madre, un tempo anche se ormai non ci faceva più caso, comunque mi stuzzicava e lo faceva nel Suo dialetto, quasi per sdrammatizzare quello che per Lei era un brutto "vizio" che mi rendeva "pesante".
E pinz', e pinz' semp. Ma a che pinz'? Fatt' 'na risata 'na vota tant'! (E pensi, e pensi sempre. Ma a che pensi? Fatti una risata una volta tanto!)
E in effetti non è che ridessi poi molto, ero sempre così concentrata...
Dal mio atteggiamento e dalle considerazioni materne e non solo, venne fuori la "leggenda metropolitana" che io avessi un carattere pesante quanto un macigno, cosa di cui alla fine mi convinsi e che mi sono portata dietro fino a quando mi sono ammalata. Poi tutto è cambiato. Un po' alla volta all'inizio, in seguito sempre più rapidamente, tanto che continuo a non riconoscermi.
E' che sono cambiati i pensieri. Non girano più intorno a me stessa. Perché sono uscita fuori da me stessa.
Sono di cura ed accudimento, serena positività, speranza mai spenta. E poi non restano fermi lì nella mente, si evolvono e traducono, si fissano per essere condivisi.
E a sera, come stasera... sosto qui a pensare e scrivere senza arrovellarmi, perché chiusa non sono più in quell'angusto cerchio.
Già, comincio dal primo mattino... a pensare. E' una predisposizione naturale, visto che non si tratta solo di ordinaria amministrazione, ma anche di qualcosa molto simile a intuizioni felici che regalano la sensazione di aver capito tutto, a seconda di situazione o problematica o momento.
Da sempre sono così... al mattino piuttosto silenziosa, mi risveglio all'ora di pranzo, poi di nuovo taciturna per un po'.
Mia madre, un tempo anche se ormai non ci faceva più caso, comunque mi stuzzicava e lo faceva nel Suo dialetto, quasi per sdrammatizzare quello che per Lei era un brutto "vizio" che mi rendeva "pesante".
E pinz', e pinz' semp. Ma a che pinz'? Fatt' 'na risata 'na vota tant'! (E pensi, e pensi sempre. Ma a che pensi? Fatti una risata una volta tanto!)
E in effetti non è che ridessi poi molto, ero sempre così concentrata...
Dal mio atteggiamento e dalle considerazioni materne e non solo, venne fuori la "leggenda metropolitana" che io avessi un carattere pesante quanto un macigno, cosa di cui alla fine mi convinsi e che mi sono portata dietro fino a quando mi sono ammalata. Poi tutto è cambiato. Un po' alla volta all'inizio, in seguito sempre più rapidamente, tanto che continuo a non riconoscermi.
E' che sono cambiati i pensieri. Non girano più intorno a me stessa. Perché sono uscita fuori da me stessa.
Sono di cura ed accudimento, serena positività, speranza mai spenta. E poi non restano fermi lì nella mente, si evolvono e traducono, si fissano per essere condivisi.
E a sera, come stasera... sosto qui a pensare e scrivere senza arrovellarmi, perché chiusa non sono più in quell'angusto cerchio.
Nessun commento:
Posta un commento