Emoticon heart
Partirò col fare qualche passo indietro. Tornerò a ciò che ho scritto ieri, "Mamma per sempre", verso la conclusione.
Dicevo... forse si o forse no dovevo a mia figlia il "privilegio" di esserci ancora.
All'inizio fece come nessuno avrebbe potuto. Si era industriata persino a stampare dispense che trattavano di tumori e relativi successi perché potessi leggerle e ricaricarmi durante il primo ricovero, il più drammatico. E poi mi era stata accanto, mi aveva assistito, rincuorato, e poi... e poi tanto altro ancora.
Ma... poi giunse un giorno che decise all'improvviso di farmi andare da sola. "Con le mie gambe" e la fragilità in dote. Ci restai male, versai pure un paio di lacrime, però capii che quello era il momento giusto per levare il capo verso la luce, e come il girasole, far presente la mia esistenza. A nessuno in particolare se non a me stessa.
E poi... da allora in poi fu la "prima rivoluzione". Cambiamento e Crescita, la conquista sacrosanta di una seconda "occasione" spettante di diritto.
Non seguire la corrente, solo perché favorevole... esigere rispetto in quanto Persona... continuare ad essere mite ed accomodante, in quanto docilità ed accomodamento del mio carattere peculiarità, ma pronta a scattare ed impormi quando qualcuno volutamente le scambia per insulsa dabbenaggine.
Ma sei impazzita, fuori di te?... mi si fa notare. E non ce ne sarebbe bisogno di sottolinearlo perché la "pazza" intendo farla davvero. Per avere credito o almeno essere ascoltata, perché la "mia" opinione non sia solo "una delle tante" opinioni, ma venga presa in seria considerazione. C'ho messo tanto, la malattia mi ha preso pure a schiaffi, perché mi rendessi conto di essere "pensante" anch'io. Anzi forse un tanto in più. Presunzione?
Si può chiamare come si vuole, per me è voglia di rivalsa di una Sensibilità a lungo sottaciuta.
Ora, si... posso dire di andare "sulle mie gambe" e la fragilità in tasca.
Dicevo... forse si o forse no dovevo a mia figlia il "privilegio" di esserci ancora.
All'inizio fece come nessuno avrebbe potuto. Si era industriata persino a stampare dispense che trattavano di tumori e relativi successi perché potessi leggerle e ricaricarmi durante il primo ricovero, il più drammatico. E poi mi era stata accanto, mi aveva assistito, rincuorato, e poi... e poi tanto altro ancora.
Ma... poi giunse un giorno che decise all'improvviso di farmi andare da sola. "Con le mie gambe" e la fragilità in dote. Ci restai male, versai pure un paio di lacrime, però capii che quello era il momento giusto per levare il capo verso la luce, e come il girasole, far presente la mia esistenza. A nessuno in particolare se non a me stessa.
E poi... da allora in poi fu la "prima rivoluzione". Cambiamento e Crescita, la conquista sacrosanta di una seconda "occasione" spettante di diritto.
Non seguire la corrente, solo perché favorevole... esigere rispetto in quanto Persona... continuare ad essere mite ed accomodante, in quanto docilità ed accomodamento del mio carattere peculiarità, ma pronta a scattare ed impormi quando qualcuno volutamente le scambia per insulsa dabbenaggine.
Ma sei impazzita, fuori di te?... mi si fa notare. E non ce ne sarebbe bisogno di sottolinearlo perché la "pazza" intendo farla davvero. Per avere credito o almeno essere ascoltata, perché la "mia" opinione non sia solo "una delle tante" opinioni, ma venga presa in seria considerazione. C'ho messo tanto, la malattia mi ha preso pure a schiaffi, perché mi rendessi conto di essere "pensante" anch'io. Anzi forse un tanto in più. Presunzione?
Si può chiamare come si vuole, per me è voglia di rivalsa di una Sensibilità a lungo sottaciuta.
Ora, si... posso dire di andare "sulle mie gambe" e la fragilità in tasca.
Cara Mary, rieccomi per augurarti una splendida giornata.
RispondiEliminaTomaso
Buona serata, Tomaso... e grazie infinitamente.
EliminaMary