"Ma TU... Tu non puoi fare così, devi andare da un medico, insomma preferisci rimanere con il dubbio?! Non Ti capisco... perchè IO sono angosciata da questo pensiero, capisci!? ANGOSCIATA!"... e poi si chiudeva in camera dopo aver sbattuto la porta. Passata mezz'ora, non di più... me la ritrovavo di fronte... "Allora... che hai deciso?... quando vai da un medico?", ed io facevo spallucce, incoscientemente cacciavo la testa sotto la sabbia, sperando che quando l'avessi tirata fuori "quel che mi stava capitando" non ci fosse più.
Oggi... se sono ancora qui molto probabilmente lo devo a mia figlia... se non mi avesse sottoposto ad una terapia d'urto come quella, avrei continuato a... ignorare ciò che istintivamente non avevo sottovalutato. Eppure per quella dannata paura lasciai passare due mesi... eppure fu Lei, mia figlia alla fine a trascinarmi dal medico. Prima di sapere era angosciata ed arrabbiata, poi quando diagnosi fu fatta era diventata tranquilla e rassicurante... al fianco mio per dirmi apertamente o in silenzio... ce la faremo!
Perché questi ricordi?... a volte sembra che io voglia davvero farmi male da sola, però non è sempre così, stavolta ad esempio è stata una naturale conseguenza.
Oggi, festa della Mamma, è riuscita a stupirmi di nuovo.
Non è figlia dalla "smanceria" facile, eppure per l'occasione me l'ha regalata a distanza, una bella e inaspettata, sbilanciandosi pure molto "tra le righe".
Era perciò naturale che mi ricordassi gli inizi della mia "storia", quando mia figlia era diventata la madre di Sua madre, ed io... pur angosciata, vulnerabile avrei voluto che nulla fosse per non darle dolore... non farla sentire smarrita, costretta a mostrarsi forte per darmi forza.
Ora sono qui, forse grazie a Lei o forse no, così doveva andare. Però certe cose, parole, gesti non si dimenticano più. Finché vivi e magari anche... Oltre. Mamma per sempre.
Oggi... se sono ancora qui molto probabilmente lo devo a mia figlia... se non mi avesse sottoposto ad una terapia d'urto come quella, avrei continuato a... ignorare ciò che istintivamente non avevo sottovalutato. Eppure per quella dannata paura lasciai passare due mesi... eppure fu Lei, mia figlia alla fine a trascinarmi dal medico. Prima di sapere era angosciata ed arrabbiata, poi quando diagnosi fu fatta era diventata tranquilla e rassicurante... al fianco mio per dirmi apertamente o in silenzio... ce la faremo!
Perché questi ricordi?... a volte sembra che io voglia davvero farmi male da sola, però non è sempre così, stavolta ad esempio è stata una naturale conseguenza.
Oggi, festa della Mamma, è riuscita a stupirmi di nuovo.
Non è figlia dalla "smanceria" facile, eppure per l'occasione me l'ha regalata a distanza, una bella e inaspettata, sbilanciandosi pure molto "tra le righe".
Era perciò naturale che mi ricordassi gli inizi della mia "storia", quando mia figlia era diventata la madre di Sua madre, ed io... pur angosciata, vulnerabile avrei voluto che nulla fosse per non darle dolore... non farla sentire smarrita, costretta a mostrarsi forte per darmi forza.
Ora sono qui, forse grazie a Lei o forse no, così doveva andare. Però certe cose, parole, gesti non si dimenticano più. Finché vivi e magari anche... Oltre. Mamma per sempre.
n.b. Nella foto siamo Noi, mia figlia ed io.
Io... "parruccata" al terzo ciclo di chemio e prima della mastectomia.
Niente è impossibile. Si vive al momento, giorno per giorno. Per me poteva andare anche diversamente. Mi curavo solo di non pensarci troppo.
Io... "parruccata" al terzo ciclo di chemio e prima della mastectomia.
Niente è impossibile. Si vive al momento, giorno per giorno. Per me poteva andare anche diversamente. Mi curavo solo di non pensarci troppo.
Me lo avevi detto che era stata lei.... Intanto il tempo è passato, con giorni belli e qualche momento di cedimento. Mamma e figlia speciali, un abbraccio.
RispondiEliminaGrazie, Ale... un forte abbraccio anche per Te
EliminaMary