Emoticon heart
Si è appena concluso un convegno che ha visto il GAMA aprire e chiudere i lavori. Per due giorni si è argomentato su "Progressi in Oncologia", e in quest'ambito il gruppo di auto mutuo aiuto si attesta in modo egregio.
Ciò che prima ci si negava, oggi si promuove a gran voce. La condivisione di vissuti, emozioni e progetti tra persone che vivono la medesima esperienza.
E non si lasciano andare, e non si sentono sole. Supportate dal senso di appartenenza e dalla forza del gruppo non si vedono "zombi" prossimi alle tenebre, ma "angeli" pronti a trasmettere speranza.
Figure estreme per un messaggio efficace... giusto, quello che serve a completare l'armonia di un "insieme".
Momenti, incontri, pensieri e progetti che si susseguono con vivacità e regalano entusiasmo, nella mente poi si dispongono in ordine approssimativo ma non perdono "smalto". Aspettano solo quel tocco in più che farà la "differenza", permetterà di capire che si è sulla strada giusta... si può, si deve e niente è troppo. Tutto è cominciare, perché la "base" è buona e il "punto di partenza" valido.
Scoperte e considerazioni che al solito scaturiscono da ricordi ed esperienze.
Se mi fossi fermata alla superficie dell'esperienza con una volontaria quando fui operata la prima volta, mai avrei pensato di diventarlo a mia volta.
Deve essere terribile, ma che cosa si prova senza una mammella?
Difficile rispondere ad una domanda stupida oltre che indelicata. E dire che era una donna a formularla, per non dire... sbattermela in faccia.
A poca intelligenza risposi con garbata ironia... un po' più leggera ma carica di ricchezza. Lo dissi quasi ridendo, e fu la "combinazione" giusta per mettere al sicuro tanto tesoro. Da allora in poi, e a continuare.
Se fossi scoppiata in lacrime o mostrato disappunto, il danno sarebbe stato solo mio, in quel modo invece misi in fuga la "misera" che si trovò senza parole, e convinsi me stessa che non era poi così grave "aver perso qualcosa" se in cambio mi restava altro, il cui valore lo stabilivo io.
Non mi sentivo diversa né emarginata, ero sempre la stessa se non addirittura migliore, perché tutta presa dall'intento di mostrare quanto.
Le apparenze ingannano, e la femminilità e la bellezza non sono espresse da un avvenente "decoltè", che alla fine resta un semplice "particolare" dell'insieme.
E a proposito di fallaci apparenze, mi ricordo di una paziente che, incontrata per la prima volta, per come si era presentata aveva dato l'impressione di voler mantenere le distanze. Ero quindi sul punto di sbrigarmela in fretta per non creare disagio, quando proprio quella signora prese a conversare in modo tanto amabile da lasciarmi senza parole. Cosa tra l'altro difficilissima.
E raccontò di sé una storia "ricca" di cultura e tradizioni, determinazione e coraggio... voglia di andare avanti e farcela ad ogni costo...
Ad un certo punto si fermò, e dopo una certa pausa che dava a pensare...
Ma sai, ti sto guardando... e penso una cosa, mi sei simpatica. Sei una volontaria sui generis, tu... ascolti e parli, i sorrisi sono giusti e guardi negli occhi la persona che hai di fronte. Complimenti... mi piaci. E se oggi starò un po' meglio del solito, sarà anche per merito tuo.
Andai via sorridendo. Già, "atipica" in tutto io, ma comunque sempre alla ricerca
dello stesso comune "azzurro cielo". E sul fondo... l'Arcobaleno.
Ciò che prima ci si negava, oggi si promuove a gran voce. La condivisione di vissuti, emozioni e progetti tra persone che vivono la medesima esperienza.
E non si lasciano andare, e non si sentono sole. Supportate dal senso di appartenenza e dalla forza del gruppo non si vedono "zombi" prossimi alle tenebre, ma "angeli" pronti a trasmettere speranza.
Figure estreme per un messaggio efficace... giusto, quello che serve a completare l'armonia di un "insieme".
Momenti, incontri, pensieri e progetti che si susseguono con vivacità e regalano entusiasmo, nella mente poi si dispongono in ordine approssimativo ma non perdono "smalto". Aspettano solo quel tocco in più che farà la "differenza", permetterà di capire che si è sulla strada giusta... si può, si deve e niente è troppo. Tutto è cominciare, perché la "base" è buona e il "punto di partenza" valido.
Scoperte e considerazioni che al solito scaturiscono da ricordi ed esperienze.
Se mi fossi fermata alla superficie dell'esperienza con una volontaria quando fui operata la prima volta, mai avrei pensato di diventarlo a mia volta.
Deve essere terribile, ma che cosa si prova senza una mammella?
Difficile rispondere ad una domanda stupida oltre che indelicata. E dire che era una donna a formularla, per non dire... sbattermela in faccia.
A poca intelligenza risposi con garbata ironia... un po' più leggera ma carica di ricchezza. Lo dissi quasi ridendo, e fu la "combinazione" giusta per mettere al sicuro tanto tesoro. Da allora in poi, e a continuare.
Se fossi scoppiata in lacrime o mostrato disappunto, il danno sarebbe stato solo mio, in quel modo invece misi in fuga la "misera" che si trovò senza parole, e convinsi me stessa che non era poi così grave "aver perso qualcosa" se in cambio mi restava altro, il cui valore lo stabilivo io.
Non mi sentivo diversa né emarginata, ero sempre la stessa se non addirittura migliore, perché tutta presa dall'intento di mostrare quanto.
Le apparenze ingannano, e la femminilità e la bellezza non sono espresse da un avvenente "decoltè", che alla fine resta un semplice "particolare" dell'insieme.
E a proposito di fallaci apparenze, mi ricordo di una paziente che, incontrata per la prima volta, per come si era presentata aveva dato l'impressione di voler mantenere le distanze. Ero quindi sul punto di sbrigarmela in fretta per non creare disagio, quando proprio quella signora prese a conversare in modo tanto amabile da lasciarmi senza parole. Cosa tra l'altro difficilissima.
E raccontò di sé una storia "ricca" di cultura e tradizioni, determinazione e coraggio... voglia di andare avanti e farcela ad ogni costo...
Ad un certo punto si fermò, e dopo una certa pausa che dava a pensare...
Ma sai, ti sto guardando... e penso una cosa, mi sei simpatica. Sei una volontaria sui generis, tu... ascolti e parli, i sorrisi sono giusti e guardi negli occhi la persona che hai di fronte. Complimenti... mi piaci. E se oggi starò un po' meglio del solito, sarà anche per merito tuo.
Andai via sorridendo. Già, "atipica" in tutto io, ma comunque sempre alla ricerca
dello stesso comune "azzurro cielo". E sul fondo... l'Arcobaleno.
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