Emoticon heart
Comincerò così, con un'espressione che sa di sconvolgente e in realtà non lo è affatto. Non in sordina, come è il mio solito ma direttamente con l'emozione forte ed immediata che ne è la fonte...
Chi parla con me di cancro, ci pensi bene e si prepari poi un "discorso" coerente, non irritante... logico. Altrimenti fa bene a tacere.
Guai a chi mi tocca il cancro.
No, non sono pazza, anzi... mai stata tanto lucida come in questi ultimi cinque anni, e il bello è che lo sono sempre più in un crescendo che a volte mi lascia senza respiro. Ma sono proprio io a pensare, parlare in questo modo?
Io... che delle mie paure, ero l'essenza. Ed oggi a forza di condividere quelle altrui le frammento e riduco in polvere. Su di me ancora si posano ma leggere, basta il respiro profondo di Chi ascolto e vanno via. Forse per un momento, forse di più... non so, ma non percepisco neppure lieve disagio.
Merito della condivisione, del parlare, mettere fuori le angosce... chiamarle senza metafore, sempre con il nome giusto.
Quando avrai vomitato tutto, che cos'altro resterà sullo stomaco a darti oppressione e malessere? Nulla.
Ecco... questo vorrei far capire a chi, con la naturalezza da imbelle, viene a parlare di corda in casa dell'impiccato.
Ora... l'impiccato sarei io, ma la corda non è quella che facilmente si potrebbe intuire. Non è il parlare della malattia che mi fa perdere le staffe, ma le modalità e soprattutto le conclusioni. Sapendo bene molto bene come la penso e quel che faccio.
Non posso ascoltare... tanto a che serve parlare sempre dello stesso fatto, quella è la fine che si fa.
Beh, una cosa così non la reggo proprio. Sarebbe come dire... perché da bambino a giovane, da maturo a vecchio, insomma...vivo, se poi devo morire.
Ma che razza di discorso è...? Non è nemmeno rassegnazione, è molto peggio... ottusa inerzia frutto d'ignoranza.
Mi ha dato il voltastomaco e ho replicato dando il peggio di me, che in tal caso sarà stato il meglio in difesa delle mie idee, di ciò in cui credo.
Perché un tempo era impensabile poter parlare di CANCRO senza restare basiti e terrorizzati, lo si guardava sempre come un fenomeno "lontanissimo" e chissà per quale assurdo convincimento, riguardante solo gli Altri possibilmente non parenti, al massimo conoscenti alla lontana.
Oggi è diverso...solo qualcuno per fortuna resta legato ad alcuni pregiudizi, per il resto è sempre più evidente una certa apertura.
Una maggiore "consapevolezza" anima coraggio e determinazione, la giusta "informazione" obiettiva e non fuorviante alimenta speranze sempre più concrete. Ma è soprattutto, e non mi stancherò mai di ripeterlo, la "condivisione" delle "persone informate dei fatti" (leggi... malati guariti) a far sì che anche coloro "in corsa" scoprano la validità della "forza della Mente", il suo potere terapeutico a livello psicologico e... perché no... anche fisico.
Chi parla con me di cancro, ci pensi bene e si prepari poi un "discorso" coerente, non irritante... logico. Altrimenti fa bene a tacere.
Guai a chi mi tocca il cancro.
No, non sono pazza, anzi... mai stata tanto lucida come in questi ultimi cinque anni, e il bello è che lo sono sempre più in un crescendo che a volte mi lascia senza respiro. Ma sono proprio io a pensare, parlare in questo modo?
Io... che delle mie paure, ero l'essenza. Ed oggi a forza di condividere quelle altrui le frammento e riduco in polvere. Su di me ancora si posano ma leggere, basta il respiro profondo di Chi ascolto e vanno via. Forse per un momento, forse di più... non so, ma non percepisco neppure lieve disagio.
Merito della condivisione, del parlare, mettere fuori le angosce... chiamarle senza metafore, sempre con il nome giusto.
Quando avrai vomitato tutto, che cos'altro resterà sullo stomaco a darti oppressione e malessere? Nulla.
Ecco... questo vorrei far capire a chi, con la naturalezza da imbelle, viene a parlare di corda in casa dell'impiccato.
Ora... l'impiccato sarei io, ma la corda non è quella che facilmente si potrebbe intuire. Non è il parlare della malattia che mi fa perdere le staffe, ma le modalità e soprattutto le conclusioni. Sapendo bene molto bene come la penso e quel che faccio.
Non posso ascoltare... tanto a che serve parlare sempre dello stesso fatto, quella è la fine che si fa.
Beh, una cosa così non la reggo proprio. Sarebbe come dire... perché da bambino a giovane, da maturo a vecchio, insomma...vivo, se poi devo morire.
Ma che razza di discorso è...? Non è nemmeno rassegnazione, è molto peggio... ottusa inerzia frutto d'ignoranza.
Mi ha dato il voltastomaco e ho replicato dando il peggio di me, che in tal caso sarà stato il meglio in difesa delle mie idee, di ciò in cui credo.
Perché un tempo era impensabile poter parlare di CANCRO senza restare basiti e terrorizzati, lo si guardava sempre come un fenomeno "lontanissimo" e chissà per quale assurdo convincimento, riguardante solo gli Altri possibilmente non parenti, al massimo conoscenti alla lontana.
Oggi è diverso...solo qualcuno per fortuna resta legato ad alcuni pregiudizi, per il resto è sempre più evidente una certa apertura.
Una maggiore "consapevolezza" anima coraggio e determinazione, la giusta "informazione" obiettiva e non fuorviante alimenta speranze sempre più concrete. Ma è soprattutto, e non mi stancherò mai di ripeterlo, la "condivisione" delle "persone informate dei fatti" (leggi... malati guariti) a far sì che anche coloro "in corsa" scoprano la validità della "forza della Mente", il suo potere terapeutico a livello psicologico e... perché no... anche fisico.
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