Se la Vita con la Morte trova un punto d'incontro in quel "divino" non sempre concesso alla consapevolezza, una sintesi diventa obbligata.
Ipoteticamente dove finisce l'una comincia l'altra... Comincia?... ma la Morte è, e poi... è nulla più, quindi termina dove ha inizio e paradossalmente si chiude allora un "cerchio"... un "punto" si sovrappone all'altro ed è un unico e solo.
Espresso così il pensiero niente è più logico e naturale: Vita e Morte diventano un'unica immagine, solo sotto una luce diversa.
Un uomo ha da percorrere una via solitaria... accetta di farlo quando è giorno perché visibili sarebbero gli eventuali pericoli, si rifiuta invece che il percorso avvenga di notte, perché non potendo sapere né vedere... ha paura.
Però se mentre è sulla via la notte sopraggiunge non è che può tornare indietro, comunque avanza e il coraggio si dà, oltre la volontà, il Suo stesso pensiero.
E arriva dove era prefisso, senza rendersene conto e comprende alla fine che la "paura" è pura "categoria" e nient'altro, uno schema da seguire solo perché imposto, ma se necessità fa virtù, si abbatte come niente e non esiste più.
Per questo si teme l'argomento "Morte" quando è "tema" o "centro di interesse" in un contesto, mentre...c'abbiamo pensato quante volte ogni giorno, anche casualmente ne parliamo e con essa abbiamo a che fare?... e stranamente la paura non c'è.
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