Capita di pensarci... sono serena finché resto entro le mura dei miei pensieri, ove trovo sicurezza e certezze che solo io posso darmi con l'ottimismo di partenza e continuando con "vangate" di speranza.
Ecco... questo è il punto. E se tutto ciò che immagino, penso ed anche metto in atto per quel che posso, fosse mera illusione? Allora scendo da quella "rocca" a confrontarmi... a volte volontariamente, altre perché tirata fuori a forza... e il riscontro è purtroppo quasi sempre deludente. La reazione immediata sarebbe... non vedo, non sento, non parlo... e come le tre scimmiette sarei portata ad isolarmi veramente per proteggermi, ma poi rientro in me.
Impossibile "non vedere"... non dovrei fare quello che faccio e diversamente stare a casa, ma proprio sempre ignorando anche quei tediosi appuntamenti periodici... come se nulla fosse stato. Così non assisterei a quelle penose file di persone sofferenti che attendono la visita per accedere alla chemio o nervose per un follow up che riporta a tristi ricordi. Di recente ho perfino visto un paziente scantonare e strattonare un'infermiera perché aspettava da 5 ore... comportamento senza dubbio deprecabile e incivile ma, poiché non siamo Tutti uguali, certamente provocato da uno stato di cose.
Improbabile "non sentire" anche se avessi disturbi all'udito, perché il tono di Chi risponde si alza e la Sua espressione muta all'improvviso, quando si sente chiedere... vuoi il panino o l'acqua?... come se fosse possibile mangiare senza bere e non fossero previsti entrambi fin dall'inizio, ma il fondo si raggiunge quando si chiede almeno l'acqua, ed è finita, e non la si può recuperare nemmeno al distributore automatico perché questo è in manutenzione da tre mesi.
Assurdo sarebbe "non parlare", anche se entro certi limiti per poter continuare. Nel mio piccolo, nell'ambito delle possibilità di ex paziente oncologica cerco di fare qualcosa e di arrivare dove Altri non possono perché impediti dalla Loro condizione critica. Cerco il coinvolgimento... lo trovo e non lo trovo. Quando penso di aver raggiunto un traguardo anche minimo, gioisco... per restare delusa subito dopo, ritrovandomi sola come Davide di fronte a Golia. Nonostante questo non penso mai di tornare sui miei passi, tanto il mio vissuto è andato... vado avanti e mi lamento quel tanto che basta per constatare quanti pure si lamentano a iosa ma solo per scaricare ad Altri... quelli che sono in alto... le responsabilità.
E se ognuno si facesse carico almeno di ascoltare Chi è al Suo fianco durante quelle lunghe attese... qualcosa forse non potrebbe cambiare?
Mi piace molto questo testo in cui, leggendolo, si nota la bellezza della tua anima che non si è chiusa sui tuoi problemi personali. Brava Mary e buon fine settimana.
RispondiEliminaGrazie, caro Elio... ho solo cercato e continuo a... farlo, di elaborare la sofferenza e trasformarla in risorsa.
EliminaGrazie ancora,
Mary