sabato 10 agosto 2013

Il confronto con la sofferenza...

... e non intendo solo con la propria che arriva all'improvviso e che sia di media o grave entità può essere vissuta in modo diverso secondo le situazioni, il carattere, l'atteggiamento che ci si impone.
Parlo in particolare di quei momenti in cui ci si trova spettatori dell'altrui sofferenza ed altro non si può fare che stare accanto e spendere qualche parola ed anche con cautela e sensibilità.
Non è sempre facile...
All'Amica che stamattina raccontava con ironia "spiazzante" le innumerevoli Sue patologie che culminavano in una forma di tumore al seno tra le più aggressive, non potevo replicare che allo stesso modo, ironizzando anch 'io e complimentandomi  per il Suo buon carattere. Però venuta fuori da quella stanza un po' disorientata lo ero, che ci fosse sofferenza si percepiva  ma che si facesse qualcosa di concreto per ridimensionarla o addirittura eliminarla, non so.
E qui si parla soprattutto di "sofferenza interiore", vissuta si, col sorriso ma quasi facendone una maschera.
Poi è stata la volta di una paziente che si dichiarava "stanca" dopo dieci anni, ora a 79 di età sentiva di non reggere più, anche a causa di vertebre malandate che Le impedivano di stare a lungo in piedi. Nella stessa stanza, una "compagna di avventura" più giovane ma combattente anche Lei da dieci anni.
Ho pensato e l'ho detto... ma sono dieci anni! Un tempo con questa malattia era già molto parlare di mesi... oggi addirittura si mira alla cronicizzazione della malattia, convivere con essa come si può con il diabete o l'ipertensione, patologie ugualmente serie ma considerate in modo diverso, diciamo pure... più leggero.
E mentre parlavo così con Loro, sentivo che lo ripetevo a me stessa e ne traevo fiducia, speranza, anzi la sicurezza di poter guardare lontano...

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