Si. Perché la responsabilità è di tutti.
Una società che percepisce forte i segni di un malessere latente non può, non deve girare la testa dall'altra parte. Intervenire subito, prima che il peggio accada.
Del suicidio di Paolo si è ampiamente parlato, del "suo perché", compresi calvario, umiliazioni, sofferenze, anche. Non faccio cronaca, esprimo dolore, mortificazione, vergogna.
Perdonaci Paolo.
Perdona la superficialità e l'indifferenza, il non aver prestato ascolto ai tuoi silenzi, non aver accolto i tuoi occhi lucidi.
Si è parlato di scuola d'inclusione. Ma di che inclusione si parla, se si considerano stranezze un caschetto biondo, la predisposizione alla gentilezza.
Siamo colpevoli tutti.
Non occorre denunciare ciò che è sotto gli occhi ogni giorno. Forse è più comodo far finta di niente, pensare siano ragazzate insulti, disegni osceni, e quant'altro.
Tanto tutto passa, e su tanto clamore per un branco di incoscienti, presto sarà calato il sipario.
Noi però non ti scorderemo. È una promessa.
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