Ho raggiunto la pace del sentirsi leggeri, con poco, anzi il minimo necessario.
Cocci rotti a volontà, ma da gettare via.
E visto che ci siamo, nella spazzatura pure quelli che stanno lì e hanno stancato.
C'è stato un tempo in cui vedere cocci rotti mi incupiva.
Allora li rimettevo insieme per ricomporre quello che era stato. E per sorridere.
Che sciocca...
Ora non è più così.
Sorrido comunque, e rido al piatto rotto.
Arriva un momento, sempre... in cui bisogna "rinnovarsi", e la Vita anche se in modo maldestro ci viene in aiuto.
Si gettano i cocci che ingombrano e non servono per far posto ad altri che saranno.
C'è stato anche il tempo, sempre lo stesso, in cui programmavo i menù per l'intera settimana.
Mi procuravo gli ingredienti necessari, e... doveva andare così, altrimenti secondo me non ero stata abbastanza...
E poi programmavo le faccende, le uscite, i rientri... insomma ero diventata un'imprenditrice senza impresa.
Se si fa un programma bisogna mettere in conto l'imprevisto, a volte pure più di uno, ma questo l'ho compreso solo dopo, si può immaginare quando.
Credo che se si vuole vivere a lungo convenga nutrirsi di pane e cambiamenti, anche piccoli pure ricorrenti, e non stupirsi mai, neanche di quelli imprevisti, inaspettati... dolorosi e deludenti.
Insomma si sarà capito, ora mi sono rassegnata... oppure ho accettato con consapevolezza?
Vivo il tempo con flessibilità. Ne prendo le distanze, la Vita me l'ha insegnato.
So aspettare, modificare, tornare sui miei passi. Si va avanti con fiducia e spirito di adattamento.
E poi... coi miei limiti, difetti tanti, mi piaccio perché sono unica nel mio genere, con tanto da imparare e per questo ancora parecchio da vivere.
Per cui se salta un programma, non sarà mai gran cosa.
Mi fingo altrove, perché altro mi aspetta.
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