lunedì 29 settembre 2025

GIORNO DOPO GIÓRNO (n.100) (È lontananza)

Quando si entra in gioco soprattutto in campo oncologico, occorre sentirsi temprati, almeno un po' anche se poi non lo si è mai abbastanza.

Qualcuno disse che bisogna fare prima i conti con la propria morte, io direi piuttosto conti con l'esistenza tutta, nel bene e nel male.

Così crediamo di essere preparati ad un certo tipo di dolore, poi in realtà veniamo colti alla sprovvista. Siamo esseri fragili, a volte tutta fisicità, e il pensiero di non poter più vedere, accarezzare, udire la voce... quella voce, ci fa soffrire.

È ché non siamo mai pronti.

Siamo pronti solo a nascere, perché inconsapevole passaggio dall'oblio alla luce, ma poi non saremo mai pronti...

Se la vita è un viaggio, la destinazione è  quella e non può cambiare, cambia invece il modo di arrivarci. 

Perché questa riflessione? 

Perché c'è bisogno spesso di raccogliere le idee.

Personalmente spesso testo il mio stato d'animo, confido nella "mia preghiera preferita" e poi... poi vado con l'umiltà di Chi non sa niente ma ha solo un buon intento.


Una volta un incontro mi pose di fronte ad una domanda che sfiora spesso tutti ma sempre viene "gentilmente accompagnata" fuori dalla mente.

Non sono pronta, mi fu detto. Ma può esserci qualcuno davvero pronto al "grande cambiamento"? 

Alla perdita che è, e sarà sempre, dolore come porsi?

 Pensare... è lontananza ecco, in attesa di ritrovarsi e restare insieme per sempre.

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