giovedì 10 agosto 2023
PENSAVO... (n.35) (Curare è presenza e carezza)
Si immagina quanto bene possa fare una stretta di mano o un sorriso in un luogo di cura?
È la terapia delle "carezze" che leniscono il dolore e sanano le ferite. Deve ricordarlo Chi approccia al malato con la pretesa di curarlo perché guarisca nel corpo senza che restino cicatrici nell'animo. Se non se la sente o non ne è capace è meglio cambi mestiere, farà del bene a se stesso e a Chi gli capita di fronte.
Tangibile è il desiderio di relazioni intessute di umanità. Concetto basilare che ultimamente anima l'umanizzazione delle cure.
Sinceramente all'Oncologia Medica del Nostro Policlinico questo non manca.
I pazienti non sono trattati da numero o patologia ma come "persone" cui rivolgersi con garbo e pazienza.
Ma si sa "il bene" non fa notizia, così diventa facile lamentarsi fino allo sfinimento quando qualcosa non va, e si tralascia di sottolineare le attente premure di Chi prima ancora di curare si prende cura.
Proprio stamattina invitavo due pazienti dell'Oncologia Medica, soddisfatte per le cure, lo zelo e l'umanità dei professionisti di tale reparto, a condividere e sottoscrivere pubblicamente la propria gratitudine. Perché essere solerti solo a lamentarsi quando qualcosa non va?
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Carezze e sorrisi.. ma anche fermezza, come quella del nostro oncologo..
RispondiEliminaLa fermezza è indispensabile.
RispondiEliminaBuona giornata, Franco e Lulù