Ho imparato da quei giorni in poi a non sprecarne un attimo, a trarre spunti di riflessione e insegnamento da ogni incontro occasionale o meno, a cogliere parole, farle mie ed elaborarle ancora per poi donarle in forma di pensiero.
Sempre... il momento giusto. Ovunque... la sede adatta.
Così... ieri.
Siamo stati, mio marito ed io e la Nostra cagnolina, dal veterinario per la vaccinazione annuale. Nonostante l'ora prossima a quella del pranzo, sei visite prima di Noi. Nella sala d'attesa di un ambulatorio veterinario non c'è modo di annoiarsi mai. Pazienti teneri e vivaci, in cerca di coccole e attenzioni, sfacciati e curiosi tutti. Con questi presupposti è inevitabile che i loro "accompagnatori" socializzino e interagiscano, e alla fine c'è la possibilità di ritrovarsi col cucciolo di un altro sulle ginocchia o la mano che accarezza un "maremmano" mentre ci si dimentica del proprio "chihuaha".
Beh, magari scordarselo proprio no, ma propensi ad accettare l'eventualità di stazza diversa. Perché spesso si comincia così, da una semplice carezza.
Ero seduta lì, mentre mio marito cercava di tenere calma Biù fuori dall'ambulatorio. Impresa titanica nonostante la piccola taglia del Nostro animale che, per fortuna non abituato a visite frequenti, non smetteva un attimo di piangere, guaire, mostrare serie intenzioni a scapparsene via.
Io, tranquilla continuavo a stare seduta e... ascoltare.
E non ho potuto fare a meno tra le altre conversazioni, di prestare attenzione ad un discorso, quasi un monologo, tra due signore.
Un cane anziano ma ancora vispo sulle ginocchia della sua padrona che raccontava di lui... due tumori, due interventi... più cicli di chemio. Breve pausa, ed ora multiple metastasi. Nuovo intervento...? A questo punto, Lei aveva deciso non fosse più il caso e di aspettare serenamente l' "evento". Tanto sarebbe ugualmente "tornato a casa".
E come, signora?
Ho deciso, perché mi sto preparando... lo farò cremare, e le ceneri troveranno posto sul mio comodino, accanto a me sempre.
Mado'... signo'... non so come fate a pensare 'na cosa così.
No no... è una mia fissazione. Sarà così. E dopo di lui, nessun cane più.
Possibile mai?... sono allora intervenuta io... pur nel pieno rispetto della Vostra idea, perché solo soffrire per la presenza di qualcosa che riporta ad un ricordo estremo? Chi è stato capace di amare tanto sia pure un animale, perché deve negarsi la gioia di poter amare ancora?
Non solo sulle ceneri può posare la memoria, ma dalle ceneri si può rinascere ancora.
Un sorriso...un timido, sussurrato "forse", la risposta.
Sempre... il momento giusto. Ovunque... la sede adatta.
Così... ieri.
Siamo stati, mio marito ed io e la Nostra cagnolina, dal veterinario per la vaccinazione annuale. Nonostante l'ora prossima a quella del pranzo, sei visite prima di Noi. Nella sala d'attesa di un ambulatorio veterinario non c'è modo di annoiarsi mai. Pazienti teneri e vivaci, in cerca di coccole e attenzioni, sfacciati e curiosi tutti. Con questi presupposti è inevitabile che i loro "accompagnatori" socializzino e interagiscano, e alla fine c'è la possibilità di ritrovarsi col cucciolo di un altro sulle ginocchia o la mano che accarezza un "maremmano" mentre ci si dimentica del proprio "chihuaha".
Beh, magari scordarselo proprio no, ma propensi ad accettare l'eventualità di stazza diversa. Perché spesso si comincia così, da una semplice carezza.
Ero seduta lì, mentre mio marito cercava di tenere calma Biù fuori dall'ambulatorio. Impresa titanica nonostante la piccola taglia del Nostro animale che, per fortuna non abituato a visite frequenti, non smetteva un attimo di piangere, guaire, mostrare serie intenzioni a scapparsene via.
Io, tranquilla continuavo a stare seduta e... ascoltare.
E non ho potuto fare a meno tra le altre conversazioni, di prestare attenzione ad un discorso, quasi un monologo, tra due signore.
Un cane anziano ma ancora vispo sulle ginocchia della sua padrona che raccontava di lui... due tumori, due interventi... più cicli di chemio. Breve pausa, ed ora multiple metastasi. Nuovo intervento...? A questo punto, Lei aveva deciso non fosse più il caso e di aspettare serenamente l' "evento". Tanto sarebbe ugualmente "tornato a casa".
E come, signora?
Ho deciso, perché mi sto preparando... lo farò cremare, e le ceneri troveranno posto sul mio comodino, accanto a me sempre.
Mado'... signo'... non so come fate a pensare 'na cosa così.
No no... è una mia fissazione. Sarà così. E dopo di lui, nessun cane più.
Possibile mai?... sono allora intervenuta io... pur nel pieno rispetto della Vostra idea, perché solo soffrire per la presenza di qualcosa che riporta ad un ricordo estremo? Chi è stato capace di amare tanto sia pure un animale, perché deve negarsi la gioia di poter amare ancora?
Non solo sulle ceneri può posare la memoria, ma dalle ceneri si può rinascere ancora.
Un sorriso...un timido, sussurrato "forse", la risposta.
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