... qualche giorno di pioggia in estate non riporterà l'inverno.
Ad un modo di dire, quasi una frase fatta si replica in modo altrettanto scontato.
Questi ultimi giorni sono stati per niente scontati, anomali in tutto. Esagerati, estremi. Temperature e manifestazioni agli antipodi. Sovvertimento totale.
Una settimana di lutti in crescendo. E ti accorgi che periodi così devastano dentro come quando muore il vicino, l'amico e pure il conoscente. Tanti morti e la sensazione che sfugga tutto dalle mani, si perda il controllo dell'esistenza. Già... perché abbiamo la pretesa di controllarla. E non solo. Anche di giudicare, condannare, sollevare "polveroni" incredibili dal niente e per niente. Giusto per far qualcosa, parlare per attirare l'attenzione. Sarebbe assai più semplice troncare, e dopo averlo fatto... amen. Come nulla fosse stato.
Ma è proprio quando gli eventi incalzano e la stagione avanza e stride con la realtà sofferente, che la Mente va in tilt e si lascia contagiare negativamente. E non se ne rende conto, anzi crede di riprendere in mano il "gioco" in modo deciso. Si innesca così una reazione a catena che termina solo quando si esaurisce la "carica negativa". La Paura. O subentra la stanchezza. Come Chi per non annegare annaspa, si agita e poi si abbandona. Non consapevole se sarà salvato o meno.
Questo il senso percepito degli ultimi giorni.
Domani comincia una nuova settimana e si spera in meglio, anche se di quel che è stato si parlerà ancora a lungo, e ci porteremo addosso i segni. Tutti.
Ma la Mente, dopo tanta agitazione, cercherà di chetarsi per sopravvivere. E viene spontanea un'altra frase fatta, impossibile un'alternativa ad essa.
E la vita continua...
Che stupida frase... come del resto tutte le frasi fatte, giuste per riempire un vuoto.
O aprire bocca per farle prendere aria.
E la vita continua... che poi è cosa talmente scontata da irritare in certi momenti in cui un solidale silenzio sarebbe più che sufficiente.
Però dopo giorni così particolari e dolorosi, la detestata frase, pur ripetuta meccanicamente, suona con un senso diverso.
Dobbiamo continuare il cammino. Tutti.
Noi soprattutto, provati nella piccola realtà che ci appartiene. Noi che procediamo col timore di inciampare ogni tanto.
Ad un modo di dire, quasi una frase fatta si replica in modo altrettanto scontato.
Questi ultimi giorni sono stati per niente scontati, anomali in tutto. Esagerati, estremi. Temperature e manifestazioni agli antipodi. Sovvertimento totale.
Una settimana di lutti in crescendo. E ti accorgi che periodi così devastano dentro come quando muore il vicino, l'amico e pure il conoscente. Tanti morti e la sensazione che sfugga tutto dalle mani, si perda il controllo dell'esistenza. Già... perché abbiamo la pretesa di controllarla. E non solo. Anche di giudicare, condannare, sollevare "polveroni" incredibili dal niente e per niente. Giusto per far qualcosa, parlare per attirare l'attenzione. Sarebbe assai più semplice troncare, e dopo averlo fatto... amen. Come nulla fosse stato.
Ma è proprio quando gli eventi incalzano e la stagione avanza e stride con la realtà sofferente, che la Mente va in tilt e si lascia contagiare negativamente. E non se ne rende conto, anzi crede di riprendere in mano il "gioco" in modo deciso. Si innesca così una reazione a catena che termina solo quando si esaurisce la "carica negativa". La Paura. O subentra la stanchezza. Come Chi per non annegare annaspa, si agita e poi si abbandona. Non consapevole se sarà salvato o meno.
Questo il senso percepito degli ultimi giorni.
Domani comincia una nuova settimana e si spera in meglio, anche se di quel che è stato si parlerà ancora a lungo, e ci porteremo addosso i segni. Tutti.
Ma la Mente, dopo tanta agitazione, cercherà di chetarsi per sopravvivere. E viene spontanea un'altra frase fatta, impossibile un'alternativa ad essa.
E la vita continua...
Che stupida frase... come del resto tutte le frasi fatte, giuste per riempire un vuoto.
O aprire bocca per farle prendere aria.
E la vita continua... che poi è cosa talmente scontata da irritare in certi momenti in cui un solidale silenzio sarebbe più che sufficiente.
Però dopo giorni così particolari e dolorosi, la detestata frase, pur ripetuta meccanicamente, suona con un senso diverso.
Dobbiamo continuare il cammino. Tutti.
Noi soprattutto, provati nella piccola realtà che ci appartiene. Noi che procediamo col timore di inciampare ogni tanto.
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