Emoticon heart
Perché è una storia che si racconta da sé.
Dopo la batosta iniziale della diagnosi, Lei...si era ripresa intenzionata a vincere la Sua battaglia.
Partì spedita e in un primo tempo le cose lasciavano ben sperare... intervento riuscito e buona risposta alle terapie d'obbligo in questi casi. C'era fiducia crescente anche da parte dei medici. Alla fine del percorso di cura sembrava che il male avesse tolto definitivamente le tende, e in effetti i controlli non lo smentivano.
Fu forse il periodo più bello della Sua vita ma anche il peggiore. Assaporava il gusto del "ritorno pieno" alla vita e nello stesso tempo veniva colta da momenti di intensa angoscia col timore di perdere all'improvviso ciò che sembrava le fosse stato donato solo allora.
Per un periodo che in seguito si rivelò illusorio, i controlli diedero sempre esito favorevole, fino al giorno in cui si scoprì qualcosa che non andava. Si può ben immaginare quale fu la Sua reazione... per la seconda volta le crollò tutto un mondo di certezze, e forse questa fu anche più devastante della precedente. In un primo momento fu anche tentata a non curarsi più perché sentiva ormai la fine certa... poi... riprese con le terapie... anche se non era affatto convinta e sentiva che stava prendendo in giro se stessa. Trascorreva i Suoi giorni in abulia... svogliatamente, presente solo con il pianto.
Ad un certo punto le tornò in mente un vecchio desiderio. Avere un gatto bianco, ma non un gatto qualsiasi... aveva un'idea ben precisa di come doveva essere, così cominciò a cercare.
Girava per i negozi di animali, si recò anche fuori città... ma nessun gatto di quelli visti era come desiderava. Allora prese a "navigare" su internet e un bel giorno trovò il "Suo micio", proprio quello che voleva... spiccicato. Telefonò immediatamente all'allevamento, e le fu risposto che quel cucciolo era stato già prenotato da una signora che però non aveva dato ancora la risposta definitiva. Nel giro di 48 ore l'avrebbero contattata e se non fosse stata più interessata, l'avrebbero richiamata.
Furono due giorni lunghissimi... ma due giorni in cui incredibilmente non avvertiva alcun disturbo. Come non fosse mai stata malata.
Poi arrivò l'attesa telefonata... e Lei, dopo aver letteralmente svaligiato il reparto animali del centro commerciale, provvista di qualsiasi accessorio, ciotole, tiragraffi, sabbiolina e tutto quello che occorre per un micio, partì alla volta dell'allevamento per realizzare finalmente un sogno.
E fu per Lei... Tommy, il Suo micio bianco... l'affetto tutto Suo, il Suo conforto... la motivazione per ogni azione della giornata. Grazie a lui, riuscì a sopportare ogni disagio, qualsiasi effetto collaterale... doveva andare avanti perché quel gattino le si era molto affezionato e avrebbe sentito tanto la Sua mancanza.
Ecco... questa è solo una piccola parte della storia dell'"Amica mia". Una nota di chiara speranza, la motivazione di numerosi Suoi sorrisi.
Un micio tutto bianco per contrastare i momenti bui della malattia.
Nelle piccole gioie regalate a sé risiede la strategia più grande, l'"accomodamento" ad un percorso di cui non è dato conoscere esito né termine.
Perché è una storia che si racconta da sé.
Dopo la batosta iniziale della diagnosi, Lei...si era ripresa intenzionata a vincere la Sua battaglia.
Partì spedita e in un primo tempo le cose lasciavano ben sperare... intervento riuscito e buona risposta alle terapie d'obbligo in questi casi. C'era fiducia crescente anche da parte dei medici. Alla fine del percorso di cura sembrava che il male avesse tolto definitivamente le tende, e in effetti i controlli non lo smentivano.
Fu forse il periodo più bello della Sua vita ma anche il peggiore. Assaporava il gusto del "ritorno pieno" alla vita e nello stesso tempo veniva colta da momenti di intensa angoscia col timore di perdere all'improvviso ciò che sembrava le fosse stato donato solo allora.
Per un periodo che in seguito si rivelò illusorio, i controlli diedero sempre esito favorevole, fino al giorno in cui si scoprì qualcosa che non andava. Si può ben immaginare quale fu la Sua reazione... per la seconda volta le crollò tutto un mondo di certezze, e forse questa fu anche più devastante della precedente. In un primo momento fu anche tentata a non curarsi più perché sentiva ormai la fine certa... poi... riprese con le terapie... anche se non era affatto convinta e sentiva che stava prendendo in giro se stessa. Trascorreva i Suoi giorni in abulia... svogliatamente, presente solo con il pianto.
Ad un certo punto le tornò in mente un vecchio desiderio. Avere un gatto bianco, ma non un gatto qualsiasi... aveva un'idea ben precisa di come doveva essere, così cominciò a cercare.
Girava per i negozi di animali, si recò anche fuori città... ma nessun gatto di quelli visti era come desiderava. Allora prese a "navigare" su internet e un bel giorno trovò il "Suo micio", proprio quello che voleva... spiccicato. Telefonò immediatamente all'allevamento, e le fu risposto che quel cucciolo era stato già prenotato da una signora che però non aveva dato ancora la risposta definitiva. Nel giro di 48 ore l'avrebbero contattata e se non fosse stata più interessata, l'avrebbero richiamata.
Furono due giorni lunghissimi... ma due giorni in cui incredibilmente non avvertiva alcun disturbo. Come non fosse mai stata malata.
Poi arrivò l'attesa telefonata... e Lei, dopo aver letteralmente svaligiato il reparto animali del centro commerciale, provvista di qualsiasi accessorio, ciotole, tiragraffi, sabbiolina e tutto quello che occorre per un micio, partì alla volta dell'allevamento per realizzare finalmente un sogno.
E fu per Lei... Tommy, il Suo micio bianco... l'affetto tutto Suo, il Suo conforto... la motivazione per ogni azione della giornata. Grazie a lui, riuscì a sopportare ogni disagio, qualsiasi effetto collaterale... doveva andare avanti perché quel gattino le si era molto affezionato e avrebbe sentito tanto la Sua mancanza.
Ecco... questa è solo una piccola parte della storia dell'"Amica mia". Una nota di chiara speranza, la motivazione di numerosi Suoi sorrisi.
Un micio tutto bianco per contrastare i momenti bui della malattia.
Nelle piccole gioie regalate a sé risiede la strategia più grande, l'"accomodamento" ad un percorso di cui non è dato conoscere esito né termine.
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