Non amo le frasi fatte, e qualcuna la detesto proprio. Una di queste è la trita e ritrita formula convenevole che si accompagna alle ipocrite condoglianze.
La vita continua, devi farti forza.
Due proposizioni dal significato scontato, buttate lì tanto per dire. Basterebbe che se ne facesse portavoce uno solo, perché da lì a poco è altrettanto scontato che tutto è bello e dimenticato.
Opinione drastica e senza appello la mia? Forse. Ma per quella "vita" con la minuscola, dimentica di essere in un tutto. "Vita" con la maiuscola, che deve continuare e di cui Tutti devono sentirsi responsabili.
La Vita non si ferma se una vita stenta o termina di pulsare. E' solo un "battito di ciglia", poi riprenderà nella Vita che l'accolse e continua. E quanto lontano possa arrivare, neanche si immagina.
Prima di ammalarmi anch'io spesso perdevo il sonno, timore e ansia non si fermavano là dove avevano avuto origine, mi prendevano tutta. Per questo gli occhi restavano spalancati al buio, lo stomaco si chiudeva, non riuscivo parlare per la bocca asciutta o anche per l'esatto contrario. Per me poteva finire tutto lì. Procedevo poi per inerzia, meravigliandomi che per gli altri, quelli a me vicino non fosse lo stesso.
Poi durante la malattia fu anche peggio. La vita doveva per forza mettersi in pausa, e quel che era per me doveva essere condizione generale. Fuori e dentro casa. Eppure tutto continuava. Era logico ma ne restavo turbata. Soffrii molto intensamente, per fortuna durò poco.
Un giorno mi sentii sprofondare, davvero... nel senso letterale del termine, e fu come dover cercare un appiglio per non morire nella mente. Mi chiesi... se a causa mia ogni cosa si fosse "cristallizzata" e nessuno più avesse dormito, mangiato, respirato... che cosa ne sarebbe stato di me? Quel "continuare" invece era Vita che alimentava la mia vita, allora forzatamente in pausa.
Presi così a guardare con tenerezza la persona che mi dormiva accanto durante le mie notti insonni, ad essere contenta che Altri mangiassero con gusto mentre io ero preda della nausea... a ridere vedendo ridere per non sentirmi più morta dentro.
Certo, cosa facile non è, ed è difficile farsene una ragione. Quando senti la vita Tua sfuggire dal controllo, la prima cosa che pensi è... se c'è un inizio, ci sarà pure una fine. Almeno seguendo la logica comune, non quella matematica che comunque ammette l'infinito.
Ripeti a Te stesso... l'Infinito è oltre, per il momento non mi riguarda. Eppure intorno tutto si muove come fosse all'infinito da sempre.
E' giusto?
Diciamo... è naturale.
Per dare un senso, unico e completo alla Vita che continua.
Incomprensibilmente, ma solo in apparenza.
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