Emoticon heart
Sarà comune in quelle come me, passare da uno stato d'animo all'altro, dal riso al pianto quando coglie un pensiero o un ricordo, o capita sotto gli occhi l'immagine "strana" che tanto strana non è, e che riporta indietro.
Sto pensando e mi dico... per fortuna domani torno in reparto e non avrò modo e tempo di pensare alle mie "stupidaggini".
Sono idee e pensieri che non dovrebbero esserci, proprio stasera sono stata in farmacia per l'ultima scatola di Femara, e alla mia richiesta di una sola anziché due come al solito, il farmacista e le collaboratrici mi hanno sorriso. E' finita. Già. Si ricomincia a vivere, a contare giorni, mesi... anni normali. Eppure a tratti è come temessi di non avere il paracadute il giorno che dovrò gettarmi nel vuoto.
Che strana sensazione...
Questi tre giorni a casa, da sola... non mi sono stati di giovamento. Nessuno mi ha distratto dai pensieri, persino la mia cagnolina, sensibile com'è ha voluto essermi vicina ma per dormire. Io la guardavo e per un po' ero serena, ma poi tornavo a pensare...
Tra un mese riprenderò... che cosa?
La mia vita di moglie... donna, persona? Ci sarà rimasta almeno una minima parte di quella che ero?
Domande che non prevedono risposta immediata... ancora una volta, work in progress... staremo a vedere.
Intanto stamattina mentre preparavo i soliti fiocchetti colorati, mi sono data una "scossa" violenta quando l'accavallarsi delle riflessioni ha superato il limite di tollerabilità. Me la caverò, ho urlato e per fortuna ero da sola, altrimenti "i miei uomini" avrebbero dubitato completamente della mia salute mentale.
Quante volte sono stata male, l'ansia mi ha preso... ho pianto e riso, ma poi ho fatto silenzio dentro di me e ho guardato Chi era vicino a me. Nelle lunghe file, in sala d'attesa, a raccontarsi... a raccontarci, condividere per non sentirsi soli.
Me la caverò comunque, ho ripetuto ancora con tono più pacato, normale... e pensavo che bene o male tutto finisce, non importa come, e che dopo tutto è questione di punti di vista. Il famoso bicchiere mezzo pieno... la vita che continua anche quando finisce.
Sono uscita poi sul balcone. Il mio bonsai dei 60 anni ha molte foglie gialle... alcune sono già cadute. Da quando ho cominciato a notare la cosa, sembra che le perda più velocemente. Mi fa tristezza, solo un mese fa era verde e rigoglioso, ed ora invece...
E se le perderà tutte, che cosa resterà se non dei rami attaccati ad un tronchetto arido?
Oh... ma basta, ora anche il bonsai... sto diventando una "lagna".
Con la scopa raccolgo le foglie cadute, poi alzo gli occhi per toglierne altre a malapena attaccate, e tra i rami scorgo qualche puntino verde brillante. Guardo meglio... sono delle gemme.
Un bonsai è un piccolo albero, perde le foglie come gli altri, ma ancor prima di vederle tutte a terra le rimette in fretta. Ha voglia di vivere e s'impegna.
Rientro in casa, sto molto meglio... me la caverò, sussurro.
Sto pensando e mi dico... per fortuna domani torno in reparto e non avrò modo e tempo di pensare alle mie "stupidaggini".
Sono idee e pensieri che non dovrebbero esserci, proprio stasera sono stata in farmacia per l'ultima scatola di Femara, e alla mia richiesta di una sola anziché due come al solito, il farmacista e le collaboratrici mi hanno sorriso. E' finita. Già. Si ricomincia a vivere, a contare giorni, mesi... anni normali. Eppure a tratti è come temessi di non avere il paracadute il giorno che dovrò gettarmi nel vuoto.
Che strana sensazione...
Questi tre giorni a casa, da sola... non mi sono stati di giovamento. Nessuno mi ha distratto dai pensieri, persino la mia cagnolina, sensibile com'è ha voluto essermi vicina ma per dormire. Io la guardavo e per un po' ero serena, ma poi tornavo a pensare...
Tra un mese riprenderò... che cosa?
La mia vita di moglie... donna, persona? Ci sarà rimasta almeno una minima parte di quella che ero?
Domande che non prevedono risposta immediata... ancora una volta, work in progress... staremo a vedere.
Intanto stamattina mentre preparavo i soliti fiocchetti colorati, mi sono data una "scossa" violenta quando l'accavallarsi delle riflessioni ha superato il limite di tollerabilità. Me la caverò, ho urlato e per fortuna ero da sola, altrimenti "i miei uomini" avrebbero dubitato completamente della mia salute mentale.
Quante volte sono stata male, l'ansia mi ha preso... ho pianto e riso, ma poi ho fatto silenzio dentro di me e ho guardato Chi era vicino a me. Nelle lunghe file, in sala d'attesa, a raccontarsi... a raccontarci, condividere per non sentirsi soli.
Me la caverò comunque, ho ripetuto ancora con tono più pacato, normale... e pensavo che bene o male tutto finisce, non importa come, e che dopo tutto è questione di punti di vista. Il famoso bicchiere mezzo pieno... la vita che continua anche quando finisce.
Sono uscita poi sul balcone. Il mio bonsai dei 60 anni ha molte foglie gialle... alcune sono già cadute. Da quando ho cominciato a notare la cosa, sembra che le perda più velocemente. Mi fa tristezza, solo un mese fa era verde e rigoglioso, ed ora invece...
E se le perderà tutte, che cosa resterà se non dei rami attaccati ad un tronchetto arido?
Oh... ma basta, ora anche il bonsai... sto diventando una "lagna".
Con la scopa raccolgo le foglie cadute, poi alzo gli occhi per toglierne altre a malapena attaccate, e tra i rami scorgo qualche puntino verde brillante. Guardo meglio... sono delle gemme.
Un bonsai è un piccolo albero, perde le foglie come gli altri, ma ancor prima di vederle tutte a terra le rimette in fretta. Ha voglia di vivere e s'impegna.
Rientro in casa, sto molto meglio... me la caverò, sussurro.
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