Emoticon heart
Mi sembra già di vederla, qualche faccia stranita che dubita e magari dice... avrà sbagliato, forse è... il coraggio e la paura. E invece no, è proprio così come è scritto.
Perché quasi sempre la paura deve avere un bel coraggio per mascherarsi e apparire tranquillità... pacatezza... serena normalità.
Questo pensiero mi è venuto ieri, subito dopo aver portato la mia testimonianza al convegno, quando ho affermato che alla comparsa del tumore lo sgomento, l'angoscia di una verità intuita furono tali da far sì che nascondessi la cosa a tutti per due mesi.
Speravo passasse da solo, per paura del percorso che avrei dovuto vivere. Ahimè sapere troppo non aiuta affatto, come ha detto ieri la dottoressa, ed io pur non essendo un'esperta potevo illudermi sulla diagnosi, ma se fosse stata così come pensavo, il seguito poteva essere uno solo.
La Paura mi attanagliava, impediva di svolgere le più normali occupazioni... persino fare la doccia pesava, perché avrei dovuto passare la mano sul seno destro che reso liscio dal bagno schiuma metteva in evidenza quello che mai avrei voluto si vedesse. Non solo io... proprio nessuno.
E intanto la sera mi addormentavo con la mano sul bozzo, e nel cuore della notte mi svegliavo che era ancora lì... la mano sul bozzo. Era calda e sudata... la paura non si assopiva nemmeno, restava quatta, accucciata, prima di ricominciare col suo coraggio.
Coraggio di non rivelarsi, perché non si capisse che cosa stesse succedendo, non si sconvolgesse non solo la mia esistenza ma quella di un'intera famiglia.
Evitavo di incrociare sguardi di conoscenti, staccavo i telefoni... mi chiudevo in camera a consultare internet e libri di medicina, volevo sconfessare il mio intuito che purtroppo non sbaglia mai. Poi venivo fuori ad orari precisi, sempre silenziosa e irritabile se marito o figli cercavano di scuotermi da quella specie di torpore.
Il coraggio della paura si alimenta e diventa forte di silenzi... lunghi, prolungati e rifiuta di rispondere persino agli impulsi interiori che vorrebbero scalzarlo, separarlo da quel fantasma e renderlo unico nella sua valenza. Semplicemente... coraggio.
Ci riuscii un giorno, finalmente e per fortuna, altrimenti non sarei ancora qui a raccontare.
All'improvviso mi fermai per qualche momento a respirare e fui consapevole dell'energia di vita che entrava ed usciva dal mio corpo, come un "vento favorevole". Ero viva, avevo tutte le possibilità... potevo ancora continuare ma dipendeva da me.
Presi allora a considerare tutte le coincidenze di quel periodo... i segni, gli "inviti", mi era stato detto tutto. Si trattava di coglierli e poi... andare.
Lo feci, presi il coraggio a piene mani e fu così... Coraggio senza Paura.
Verso una soluzione, un porto sicuro.
Perché quasi sempre la paura deve avere un bel coraggio per mascherarsi e apparire tranquillità... pacatezza... serena normalità.
Questo pensiero mi è venuto ieri, subito dopo aver portato la mia testimonianza al convegno, quando ho affermato che alla comparsa del tumore lo sgomento, l'angoscia di una verità intuita furono tali da far sì che nascondessi la cosa a tutti per due mesi.
Speravo passasse da solo, per paura del percorso che avrei dovuto vivere. Ahimè sapere troppo non aiuta affatto, come ha detto ieri la dottoressa, ed io pur non essendo un'esperta potevo illudermi sulla diagnosi, ma se fosse stata così come pensavo, il seguito poteva essere uno solo.
La Paura mi attanagliava, impediva di svolgere le più normali occupazioni... persino fare la doccia pesava, perché avrei dovuto passare la mano sul seno destro che reso liscio dal bagno schiuma metteva in evidenza quello che mai avrei voluto si vedesse. Non solo io... proprio nessuno.
E intanto la sera mi addormentavo con la mano sul bozzo, e nel cuore della notte mi svegliavo che era ancora lì... la mano sul bozzo. Era calda e sudata... la paura non si assopiva nemmeno, restava quatta, accucciata, prima di ricominciare col suo coraggio.
Coraggio di non rivelarsi, perché non si capisse che cosa stesse succedendo, non si sconvolgesse non solo la mia esistenza ma quella di un'intera famiglia.
Evitavo di incrociare sguardi di conoscenti, staccavo i telefoni... mi chiudevo in camera a consultare internet e libri di medicina, volevo sconfessare il mio intuito che purtroppo non sbaglia mai. Poi venivo fuori ad orari precisi, sempre silenziosa e irritabile se marito o figli cercavano di scuotermi da quella specie di torpore.
Il coraggio della paura si alimenta e diventa forte di silenzi... lunghi, prolungati e rifiuta di rispondere persino agli impulsi interiori che vorrebbero scalzarlo, separarlo da quel fantasma e renderlo unico nella sua valenza. Semplicemente... coraggio.
Ci riuscii un giorno, finalmente e per fortuna, altrimenti non sarei ancora qui a raccontare.
All'improvviso mi fermai per qualche momento a respirare e fui consapevole dell'energia di vita che entrava ed usciva dal mio corpo, come un "vento favorevole". Ero viva, avevo tutte le possibilità... potevo ancora continuare ma dipendeva da me.
Presi allora a considerare tutte le coincidenze di quel periodo... i segni, gli "inviti", mi era stato detto tutto. Si trattava di coglierli e poi... andare.
Lo feci, presi il coraggio a piene mani e fu così... Coraggio senza Paura.
Verso una soluzione, un porto sicuro.
Capisco!Un abbraccio!
RispondiEliminaUn abbraccione a Te, Rosetta...
EliminaMary