"... per non finire mai di essere" - RACCONTA LA TUA STORIA |
Molte sono state le "storie" inviate al Nostro indirizzo e-mail, altrettante se non di più quelle riportate nell'ambito di un reparto di Oncologia Medica dove presto servizio di volontariato ospedaliero.
Abbiamo constatato che sono le donne in numero superiore a voler raccontarsi, soprattutto scrivendo, gli uomini invece lo fanno più raramente in questo modo, ma spronati "colloquiano" facilmente, forse perché hanno bisogno del contatto immediato e diretto che li riporti alla realtà immanente anche in termini di conforto. Insomma... parole ma pure fatti.
Quella che sto per raccontare è l'esperienza... tragicomica di un paziente ammalato di carcinoma polmonare da ben quattro anni.
"Mi hanno convinto a provare di nuovo con questa terapia che due mesi fa mi ha quasi annientato. Mi hanno convinto?... diciamo che mi sono lasciato convincere, anche se non so come andrà a finire. I medici e pure i miei familiari continuano a ripetere che devo pensare positivo... ma io, fino ad ora che cosa ho fatto se non questo? Eppure sono tre mesi che niente è positivo per me.
Avevo un solo polmone colpito... adesso c'è anche l'altro, ho subito due interventi, cambiato due tipi di terapie e per giunta sono due mesi che non percepisco pensione di invalidità né accompagnamento. Tutto bloccato... e sai perché? Per un nome e un cognome che mi perseguitano da quando sono nato.
Ma si ha l'idea di quante persone si chiamano come me?... tantissime, ma fin qua ci sta, è comprensibile... ma che ce ne fosse uno, pure con la mia stessa data di nascita e quindi stesso codice fiscale, è proprio il massimo del "negativo"! Per Noi DUE quasi la medesima condizione, solo che IO la malattia non me la sono andata a cercare... LUI, al contrario da alcolista, fumatore con la propensione al consumo saltuario ma non troppo di sostanze stupefacenti, i danni li ha fatti e non solo a se stesso.
Ora chiedo... ma questo "blocco" è per entrambi?... o hanno fatto la conta, e poiché Io penso positivo, è capitato a me?"
Un sorriso amaro accompagna questa storia che mette in luce una delle tante contraddizioni di questa Nostra società che pare andare a senso unico.
Chi si trova a combattere non deve farlo solo contro ciò che minaccia la Sua vita, bensì deve fronteggiare l'incrollabile mostro della burocrazia che fa presto a scovare un "errore" o un "vizio" nella massa, ma sa chiudere i suoi tanti occhi di fronte ad una falla dalla gittata continua di energie.
Ormai, è vero... siamo abituati, ma rassegnati mai.
Per questo è bene che si continuino a... denunciare fatti che sempre più sanno di grottesco.
N.B. il nostro indirizzo e-mail: continuarea@virgilio.it
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