C'era una donna... come me...
...per gran parte della vita aveva vissuto normalmente, tranquilla nella Sua casa con una bella famiglia e "quasi" senza problemi. Dico "quasi" perchè si sa, a nessuno è negato un tale privilegio, quello di vedere ogni tanto interrotta la propria routine da qualche pensiero in più. Comunque i Suoi giorni andavano... e nel complesso i bei momenti non mancavano e poi c'erano i "figli", la cosa più bella che aveva saputo fare, il dono più grande che il buon Dio Le potesse riservare. Finchè ebbe il compito di allevarli e custodirli si sentì appagata, trovò il senso del bello e del brutto nell'esistenza... poi quando furono grandi cominciò in Lei a serpeggiare un'inquietudine come se tutto stesse per finire.
Prese ad interessarsi di mille cose che dopo breve tempo la stancavano... avrebbe voluto avere un lavoro ma ormai per età era troppo tardi, e del resto pensava che non avrebbe mai saputo fare niente che non fosse la moglie e la madre... eppure anche questo ora non Le riusciva più bene come un tempo.
Perchè?
A tratti sentiva mancarle il terreno sotto i piedi, quasi stesse sul punto di sprofondare... poi si riprendeva e toccava il cielo con un dito quando pensava di aver ritrovato i Suoi riferimenti.
In questo alternarsi di sentimenti e contraddizioni trascorse un periodo che parve lungo un'eternità, fino a quando un giorno, ammalandosi Le crollò il mondo addosso. Fu convinta di morire e provò un dolore immenso pensando che sarebbe mancato il tempo per fare tante cose... le stesse di prima che prendeva e lasciava, la entusiasmavano e stancavano. Pensò che non poteva essere, che qualcosa doveva pur fare per aumentare il numero dei Suoi giorni... magari non sarebbe stato proprio così, ma almeno avrebbe cercato di vivere intensamente, in modo nuovo e diverso così che ognuno di essi sarebbe valso per due, tre volte.
Del resto... il tempo non è pura "categoria" della mente?
In questa convinzione riprese il Suo "cammino", fatto di corsa, con pause e soste per riprender fiato, colpi in pieno viso e scudisciate alle spalle.
Si diceva che per Lei non ci fosse tanta speranza... quella donna è ancora qui... proprio come me.
C'è qualcosa di imperscrutabile nel fatto che una persona "condannata" a detta dei medici, continui il suo percorso di vita in modo incredibile. Ne conosco di persone così, ognuna ha uno stimolo diverso, ma tutte hanno deciso di continuare con tenacia nel loro cammino senza lasciarsi andare.
RispondiEliminaSarà per quel "guizzo" di forza che viene fuori pur di non soccombere o per la realizzazione all'improvviso di perdere il bene più prezioso... o sarà per tutto questo messo insieme. Certo è che se ce la metti tutta e credi fino in fondo di vincere... sicuramente farai altra strada contro tutte le aspettative, e sarai fiero di Te stesso e mai sconfitto.
EliminaUn abbraccio...
Mary
Io dico solo che fino a che si può non bisogna mai lasciarsi andare la forza è dentro di noi e dobbiamo farla emergere. Buona serata
RispondiEliminaHai ragione, Edvige... in ognuno di Noi la forza c'è. Basta non soffocarla.
EliminaA presto...
Mary
Mary ti leggo e i tuoi pensieri sono i miei ,i figli che diventano grandi ,il senso di vuoto quando crescono,il senso di inutilità come se il nostro unico compito fosse terminato;poi una botta tremenda ,un colpo che ti rimette in carreggiata , che ti fa amare la vita meglio e piu' di prima che ti permette di vedere davvero la vita senza un velo.
RispondiEliminaQuesta grande opportunità è la forza che ti ha fatto guarire e continuare a....
Un bacio e un abbraccio col cuore!!!
Cara Anto... l'errore è a monte... vedersi solo in funzione di un ruolo e non di persona, individuo pensante che deve sapersi amare per amare. Così quando il ruolo finisce, c'è solo il vuoto.
EliminaNon è un caso che sia la malattia a riportare l'equilibrio... essa riempie i giorni di Te stessa... comprendi che puoi perderti e vai alla ricerca. Quando questa poi, si conclude con successo esulti e stringi nel pugno stretto il frutto della sofferta conquista.
Amica mia... altro non è che storia di... "ordinaria vita".
Un abbraccio...
Mary