Tu sei forte. Punto. Lo ripetono così, senza mezzi termini, o dubbio. Tu sei forte. Punto. E così si mettono al sicuro, e a Te non resta altra scelta che mostrare di essere forte, che te la senta o meno, che sia vero o falso. La verità la conosci solo Tu, ed è che hai una paura fottuta, che il tempo passa ma lei no, anzi... e devi darti da fare in ogni modo per non restarne schiacciata.
Ma dai, Tu sei così forte...
E da un punto arriviamo a tre, di sospensione. Vuoi vedere che qualche dubbio si fa strada? No, non conviene. Tu sei forte, non lo negare. O per caso hai deciso ora, dopo tanto tempo, di piangerti addosso?
Piangermi addosso, proprio no, non l'ho mai fatto perché non mi piace, piuttosto piango lacrime vere da sempre, per alleggerire il dolore passato di una ferita viva che comunque ha lasciato il disagio di una cicatrice. E piango davvero, all'improvviso, magari mentre lavo un piatto o giro il cucchiaio di legno nel ragù, già... soprattutto questo pesa tanto, per un braccio che funziona perennemente a batterie quasi scariche. Ma non poteva almeno succedermi a sinistra?! Mah... alla fine sarebbe stato lo stesso, a che serve notare questa "piccola cosa", anche perché Tu superi tutto. Sei o non sei forte?
Bene, mi fa piacere, qualche volta ci si ricorda del suono garbato di una domanda retorica, meglio di niente. E intanto so bene che cosa si nasconde in quell'interrogativo che non ammette replica.
Hai deciso di restare là nel mezzo, a torturarti, a registrare bollettini di guerra... che pretendi? Ovvio che ti prenda la paura. E non si sa, perché non l'ho mai detto a Chi non capirebbe oppure si, ma a suo modo e per comodità, quante volte ho pensato di lasciare tutto quanto, darmela a gambe sempre per quella paura che mozza il respiro al solo pensiero... e se poi fosse... di nuovo... addirittura, la fine?
Ma poi... succede sempre qualcosa, un incontro, una nuova conoscenza, un sorriso che si affida... un segno insomma, che mi invita e quasi mi impone di continuare. E allora, pur tra le lacrime e con le mie lacrime, resto e non mollo. Per continuare...
Ma dai, Tu sei così forte...
E da un punto arriviamo a tre, di sospensione. Vuoi vedere che qualche dubbio si fa strada? No, non conviene. Tu sei forte, non lo negare. O per caso hai deciso ora, dopo tanto tempo, di piangerti addosso?
Piangermi addosso, proprio no, non l'ho mai fatto perché non mi piace, piuttosto piango lacrime vere da sempre, per alleggerire il dolore passato di una ferita viva che comunque ha lasciato il disagio di una cicatrice. E piango davvero, all'improvviso, magari mentre lavo un piatto o giro il cucchiaio di legno nel ragù, già... soprattutto questo pesa tanto, per un braccio che funziona perennemente a batterie quasi scariche. Ma non poteva almeno succedermi a sinistra?! Mah... alla fine sarebbe stato lo stesso, a che serve notare questa "piccola cosa", anche perché Tu superi tutto. Sei o non sei forte?
Bene, mi fa piacere, qualche volta ci si ricorda del suono garbato di una domanda retorica, meglio di niente. E intanto so bene che cosa si nasconde in quell'interrogativo che non ammette replica.
Hai deciso di restare là nel mezzo, a torturarti, a registrare bollettini di guerra... che pretendi? Ovvio che ti prenda la paura. E non si sa, perché non l'ho mai detto a Chi non capirebbe oppure si, ma a suo modo e per comodità, quante volte ho pensato di lasciare tutto quanto, darmela a gambe sempre per quella paura che mozza il respiro al solo pensiero... e se poi fosse... di nuovo... addirittura, la fine?
Ma poi... succede sempre qualcosa, un incontro, una nuova conoscenza, un sorriso che si affida... un segno insomma, che mi invita e quasi mi impone di continuare. E allora, pur tra le lacrime e con le mie lacrime, resto e non mollo. Per continuare...
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