Emoticon heart
E' un po' di giorni, si sarà notato... non ci sono stata. Ovvero ci sono stata a metà.
Causa... mancata connessione. O connessione ballerina.
Ma la rete, una volta tanto non c'entra affatto ed è la mia mente soltanto poco "collegata".
Sono cose che capitano, basta un'occasione, un evento, persino un malinteso e la "centrale" va in tilt. E magari fino a poco prima tutto era tranquillo e sotto controllo.
Che pretesa assurda... sentirsi talmente al di sopra di tutto da poter essere in grado di gestire le situazioni e fare sempre centro... senza sbagliare mai, neanche avere titubanze o turbamenti.
Volutamente ci illudiamo sia così... miseramente crolliamo sotto il peso delle illusioni e responsabilità.
Per fortuna poi, e grazie alla bontà di intenti e alla determinazione, la situazione rientra e si ricomincia, prima timidamente infine sempre più con entusiasmo nuovo.
Certe volte non è per niente facile guardarsi dentro e capire... e quando ci si rende conto di tale e tanta difficoltà prende alquanto lo scoramento, la debolezza si fa largo in ogni arto, s'impossessa di muscoli e nervi... verrebbe di mollare tutto e... sia quel che sia, non importa più.
Poi si raccolgono le forze, si fa una selezione di quelle migliori, le vere e proprie risorse e... si riparte.
Chiamata ad essere veicolo di speranza, quando della speranza ho fatto allora e in seguito la mia ragione di vita, riesco a vederla anche solo nella gioia di un buongiorno al mattino, sempre di fretta però mai frettolosamente.
Una volta come "isola incantata" fu definito il modo mio, tutto personale di affrontare l'attuale realtà. Un post tumore che "riconosce" quel che è stato, l' "accetta" e con cauto ottimismo "sceglie" di andare avanti... sperando.
Mi piacque quella definizione, era favola, rifugio e tranquillità. Serviva ad una persona come me che mai aveva nascosto ciò che le era capitato, anche se ne sentiva il peso, quasi la responsabile dignità.
E spiegava anche il "perché" di un sorriso, tanto speciale... praticamente permanente senza essere stereotipato.
Un "sorriso" appunto da... isola incantata.
Non so spiegare bene che cosa succede, che cosa è successo anche a me... ma con un'esperienza così tutto cambia.
Gli ultimi giorni sono stati così così, avevo scelto il "silenzio" per compagno, ma oggi nel pomeriggio magicamente mi sono ritrovata nella mia isola incantata, dove le lacrime brillano perché preziose, e parole e pensieri diventano "perle".
Il tempo si è concluso... la Speranza finalmente avrà sempre più sorrisi, e non più mera parola farà dei pensieri note trasparenti.
Causa... mancata connessione. O connessione ballerina.
Ma la rete, una volta tanto non c'entra affatto ed è la mia mente soltanto poco "collegata".
Sono cose che capitano, basta un'occasione, un evento, persino un malinteso e la "centrale" va in tilt. E magari fino a poco prima tutto era tranquillo e sotto controllo.
Che pretesa assurda... sentirsi talmente al di sopra di tutto da poter essere in grado di gestire le situazioni e fare sempre centro... senza sbagliare mai, neanche avere titubanze o turbamenti.
Volutamente ci illudiamo sia così... miseramente crolliamo sotto il peso delle illusioni e responsabilità.
Per fortuna poi, e grazie alla bontà di intenti e alla determinazione, la situazione rientra e si ricomincia, prima timidamente infine sempre più con entusiasmo nuovo.
Certe volte non è per niente facile guardarsi dentro e capire... e quando ci si rende conto di tale e tanta difficoltà prende alquanto lo scoramento, la debolezza si fa largo in ogni arto, s'impossessa di muscoli e nervi... verrebbe di mollare tutto e... sia quel che sia, non importa più.
Poi si raccolgono le forze, si fa una selezione di quelle migliori, le vere e proprie risorse e... si riparte.
Chiamata ad essere veicolo di speranza, quando della speranza ho fatto allora e in seguito la mia ragione di vita, riesco a vederla anche solo nella gioia di un buongiorno al mattino, sempre di fretta però mai frettolosamente.
Una volta come "isola incantata" fu definito il modo mio, tutto personale di affrontare l'attuale realtà. Un post tumore che "riconosce" quel che è stato, l' "accetta" e con cauto ottimismo "sceglie" di andare avanti... sperando.
Mi piacque quella definizione, era favola, rifugio e tranquillità. Serviva ad una persona come me che mai aveva nascosto ciò che le era capitato, anche se ne sentiva il peso, quasi la responsabile dignità.
E spiegava anche il "perché" di un sorriso, tanto speciale... praticamente permanente senza essere stereotipato.
Un "sorriso" appunto da... isola incantata.
Non so spiegare bene che cosa succede, che cosa è successo anche a me... ma con un'esperienza così tutto cambia.
Gli ultimi giorni sono stati così così, avevo scelto il "silenzio" per compagno, ma oggi nel pomeriggio magicamente mi sono ritrovata nella mia isola incantata, dove le lacrime brillano perché preziose, e parole e pensieri diventano "perle".
Il tempo si è concluso... la Speranza finalmente avrà sempre più sorrisi, e non più mera parola farà dei pensieri note trasparenti.
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