Stamattina in reparto si parlava di strategie di sopravvivenza.
Protesi mammarie fai da Te, passioni un tempo accantonate e poi riprese, la preghiera fervida e accorata e tanto altro.
Così ho ricordato anch'io una assai particolare, da me adottata l'estate dopo quella "incriminata".
Quella prima estate fu all'insegna del sovvertimento del mio "ordine mentale" e di ogni ordine imposto da me stessa. Si cambiava vita, niente monotonia e a tutti i costi, entusiasmo.
Certo era proprio una noia! Fare tutto con la solita sequenza, una faccenda dopo l'altra, fino ad esaurimento di risorse e pazienza.
Non so come, ricorsi alla logica matematica che vuole possa essere valido non solo per i numeri applicare le proprietà delle quattro operazioni. E se avessi invertito l'ordine?... "Invertendo l'ordine degli addendi il risultato non cambia", afferma la prima delle quattro, e così sarebbe stato anche nel mio caso, pur non trattandosi di addendi.
Iniziai con le faccende in sequenza ma al contrario, scoprendo con immenso piacere che risparmiavo tempo e, chissà perché anche fatica. La mia atavica convinzione sull'inutilità di quelle famose quattro regolette cadeva di botto in un caldo mattino d'inizio estate.
E in men che non si dica, preparai anche il pranzo... piatto unico per tutti, unico perché non solo finalmente avremmo mangiato lo stesso pasto, ma anche perché... applicando la "proprietà associativa", mettendo insieme primo e secondo il risultato sarebbe stato lo stesso, stomaco bello sazio, forse anche di più.
Una bella, colorata insalata di riso fu pronta in mezz'ora di tempo. Non dominava la mia tavola da un bel po', e quel giorno la gustai chicco per chicco, assaporando la dolcezza del mais, l'agrodolce delle verdurine, riempiendomi gli occhi di quel trionfo colorato dell'estate.
Penso che a rendere bella la vita, in fin dei conti sia la "somma" delle strategie e dei piccoli piaceri che, a guardare bene, fanno soleggiata anche una giornata grigia di pioggia.
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