giovedì 11 aprile 2019

IL LAVORO DI EQUIPE IN ONCOLOGIA


Staccarsi per un paio d'ore dalla cosiddetta "normalità" ed immergersi in una realtà che coinvolge sempre più persone, dall'una e dall'altra parte. Un mondo incredibile.
Incontro impostato in modo aperto, inteso ad informare e formare pazienti, ex pazienti e volontari.
La nascita dell'oncologia ha origini antiche, come il male che si prefigge di studiare e sconfiggere. In uno dei primi scritti riguardante casi di tumore, risalente alla medicina egizia, il papiro di Ebers (1550 a.C.) si parla di aglio come rimedio, anche se all'epoca il cancro poco noto e affatto incompreso, era considerato male incurabile.
L'Oncologia o "studio del rigonfiamento" è la branca specialistica della medicina che concerne lo studio e il trattamento dei tumori.
Nel 1942 in Germania si scopre che alcuni prodotti chimici potevano danneggiare e distruggere l'agente causale di alcune malattie infettive. Nasce così la chemioterapia. In campo oncologico l'anno seguente scoprono l'effetto curante delle mostarde azotate su organismi affetti da tumori.
Ma come funziona la chemioterapia?
La chemioterapia si basa sulla somministrazione di particolari farmaci, detti citotossici o antiblastici, con la funzione di attaccare e distruggere le cellule tumorali e di bloccarne la duplicazione. Dopo un certo periodo, variabile nel tempo può verificarsi la "farmacoresistenza", l'inefficacia del farmaco a causa della capacità di determinate specie di microrganismi di resistere all'azione di sostanze che possono causarne la morte o arrestarne l'accrescimento.
Oggi alle cure si aprono altre strade, esserne consapevoli conoscere il percorso da affrontare, parlare senza reticenze diventa parte attiva della terapia stessa, scelta quindi e non subita.
Il medico deve valutare il paziente nella Sua totalità, con gli occhi da uomo, cercare di comprenderne l'ansia e le paure, ben sapendo quanto possa essere gravoso anche il minimo dubbio, cosciente che una patologia oncologica coinvolge non solo Chi ne viene colpito ma la famiglia intera, grande punto di forza se adeguatamente supportato. Quindi un medico oncologo, una volta considerato solo "chemioterapista", ora deve essere in grado di prendere in carico "persone" e non limitarsi a "curare" malati, c'è infatti grande differenza appunto tra curare e "prendersi cura" che equivale ad accarezzare l'anima di Chi mette la propria vita nelle mani di un Altro.
E' importante essere informati, conoscere come ha origine un tumore, da una piccola cellula, decima parte del punto lasciato da una matita sul foglio, quindi invisibile, pur capace per infinite cause (ambientali, alimentari, genetiche, ecc.) di crescere e aggregare. I nuovi orizzonti terapeutici oltre la Chemioterapia, la Targeted terapia (terapia a bersaglio molecolare), l' Immunoterapia (potenziamento del sistema immunitario, i linfociti T), gli esiti felici e i perché degli insuccessi, essendo ogni caso a sé e perciò oggetto di osservazione e cauti tentativi. Nutrire la speranza sempre più certezza che anche con metastasi oggi è possibile addirittura guarire o almeno essere curati, quindi cronicizzare la malattia.
Un malato di tumore però non è identificabile con la sola patologia, è soprattutto "persona" che vive, ed è egli stesso a rendersene conto proprio quando si ammala. Chiediamogli di raccontare la Sua vita, lo farà in poco tempo e sarà una narrazione fatta di elementi essenziali, e tutto il resto? Il resto non lo ricorderà perchè in realtà fino a quel momento ha solo sopravvissuto.
La vita è come un piano inclinato su cui scivoliamo lentamente nella normalità, per cui tutto è scontato e a volte neppure notato. Poi ad un certo punto si presenta un muro, fatto di ansia, paure e sofferenza e tutto si ferma, non si può vedere oltre, e allora non resta che guardare dietro e cercare di recuperare nelle piccole cose la gioia persa, e poi intorno per scoprire così un "Mondo incredibile", fatto di Persone, e note per Altri forse indifferenti, ma per Chi è fermo, come ibernato, dal calore e colore inaspettati.

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