venerdì 12 aprile 2019

DARSI DA FARE


Tanto per cambiare, ho sempre da fare. Forse perché mi do da fare, nel senso che mi regalo le giuste occasioni per non pensare.
Ormai credo sia chiaro, preferisco scrivere che parlare, e lo faccio meglio che menare parole al vento e fare del male. Uso le parole per il bene, e con la scrittura è l'ideale.
Nove anni di pagine scritte, un esercizio quotidiano, che mi hanno reso più sicura e donato la quasi certezza che almeno qualcosa più o meno son capace di fare.
Ad oggi la Scrittura è per me uno dei miei "punti di forza". Tanti anni di contraccambiato amore in assoluto. E pensare che la tirai fuori per restare a galla, ora continuo per diletto ma confesso pure di "usarla" a volte come valvola di sfogo o sicurezza, altrimenti per certe pressioni esterne ed interne rischierei di scantonare, scoppiare o perdermi nel rimuginio, il peggiore dei rischi.
Scrivere è leggere in se stessi.
All'inizio della "storia" riferivo a me stessa l'ansia, la paura e l'angoscia che sapevo già, ed era come dirlo ad un'altra persona. Mi svuotavo e riprendevo più leggera. Una vera auto-terapia di supporto psicologico.
Continuo ora a scrivere per "fissare" in uno spazio immaginario ciò che vedo, noto e imparo. Prendo nota con brevi passaggi di questa mia nuova vita, l'ultimo quarto di serena consapevolezza.
Mi sentirei di consigliarlo proprio... scrivere per leggersi dentro. Perché succede di avere tanto da dire, sentimenti celati per pudore, stati d'animo particolari, pensieri nascosti che premono ed opprimono, e scrivere diventa così uno splendido lusso da concedersi e per giunta a portata di mano. Si comincia con brevi periodi o versi, semplici scritti e alla fine si trasmettono emozioni.
Chi scrive dona se stesso mentre si conosce, davvero un gran bel da fare che gli merita una costante, inviolata "verginità interiore" inconsapevole e di gran valore.

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