Emoticon heart
Come l'alternarsi della marea si ripresenta quello stato d'animo particolare, collegato stretto ad un dubbio che risale alla notte dei tempi nella mia vita.
Una volta ne parlai in confessione... sono così perché lo sono davvero, o sarà un atteggiamento per vanagloria? Se così fosse, quanto più deprecabile sarebbe la mia condotta?
Questi dubbiosi quesiti in un'epoca ancora lontana dall'evento malattia.
Mi fu risposto... se quello che fai dà frutto, già poco importa perché lo fai, in quanto sarebbe inconsapevolmente. Infatti poni a verifica il tuo agire, per ipotesi lo metti in dubbio e per giungere alla conferma della tesi positiva, passi attraverso mortificazioni che nessuno ti impone. Continua così e chiedi a te stessa solo quel che serve.
Da allora saranno passati una quindicina d'anni, intanto c'è stata la "nota esperienza" che ha dato risalto ed "enfasi" a quella esigenza interiore di non starmene per mio conto ad osservare ma di mettermi in campo, sempre "tra i piedi"... come scherzosamente dice un mio amico infermiere.
Ma capita, e non di rado perché è normale quando ci si mette in gioco, che situazioni contrastanti e malintesi, amor proprio ferito e autostima in discesa, facciano tornare dubbi, latente senso di inadeguatezza con punte di "piccola rabbia" contro me stessa. Viene così spontaneo chiedermi... se tanto toglie all'equilibrio sarà giusto il mio agire o è solo "fame di consensi", bisogno di essere giustificata o di piacere a tutti i costi?
E di nuovo procuro a me stessa una sottile sofferenza, un senso di solitudine acuito dalla pretesa elevata di "essere per qualcuno" e non di "essere semplicemente qualcuno" che si affianca per condividere un momento particolare (compassione).
Se una mano stringe un'altra, potrà con essa anche intrecciarsi ma fino ad un certo punto, poi dovrà tornare indietro e tra le dita serrate si creerà frizione e forse dolore. Meglio una carezza o la lieve pressione, c'è calore e conforto, è quasi una promessa...
La mia mano è per Te, quando non ce la farai e sarai giù, ti solleverà almeno a un palmo da terra.
Una volta ne parlai in confessione... sono così perché lo sono davvero, o sarà un atteggiamento per vanagloria? Se così fosse, quanto più deprecabile sarebbe la mia condotta?
Questi dubbiosi quesiti in un'epoca ancora lontana dall'evento malattia.
Mi fu risposto... se quello che fai dà frutto, già poco importa perché lo fai, in quanto sarebbe inconsapevolmente. Infatti poni a verifica il tuo agire, per ipotesi lo metti in dubbio e per giungere alla conferma della tesi positiva, passi attraverso mortificazioni che nessuno ti impone. Continua così e chiedi a te stessa solo quel che serve.
Da allora saranno passati una quindicina d'anni, intanto c'è stata la "nota esperienza" che ha dato risalto ed "enfasi" a quella esigenza interiore di non starmene per mio conto ad osservare ma di mettermi in campo, sempre "tra i piedi"... come scherzosamente dice un mio amico infermiere.
Ma capita, e non di rado perché è normale quando ci si mette in gioco, che situazioni contrastanti e malintesi, amor proprio ferito e autostima in discesa, facciano tornare dubbi, latente senso di inadeguatezza con punte di "piccola rabbia" contro me stessa. Viene così spontaneo chiedermi... se tanto toglie all'equilibrio sarà giusto il mio agire o è solo "fame di consensi", bisogno di essere giustificata o di piacere a tutti i costi?
E di nuovo procuro a me stessa una sottile sofferenza, un senso di solitudine acuito dalla pretesa elevata di "essere per qualcuno" e non di "essere semplicemente qualcuno" che si affianca per condividere un momento particolare (compassione).
Se una mano stringe un'altra, potrà con essa anche intrecciarsi ma fino ad un certo punto, poi dovrà tornare indietro e tra le dita serrate si creerà frizione e forse dolore. Meglio una carezza o la lieve pressione, c'è calore e conforto, è quasi una promessa...
La mia mano è per Te, quando non ce la farai e sarai giù, ti solleverà almeno a un palmo da terra.
Emozioni sempre.... stringo virtualmente la tua mano Mary, per poter sollevarci insieme nel momento del bisogno: GRAZIE. Buona domenica cara amica.
RispondiEliminaGrazie, Ale... sempre Insieme virtualmente e chissà, forse un giorno pure nella realtà.
RispondiEliminaUn abbraccio forte e stretto...
Mary