"Si... sto quasi per finire. Ma non sono da sola, qua c'è la dottoressa che mi ha dato una caramella..."
Mi sono guardata intorno... c'ero solo io, d'altra parte le caramelle le porto io, allora la "dottoressa" ero io?
Anche se altre volte era capitato, non so perché mi è balenata la domanda, quasi la vedessi scritta giusto di fronte a me a caratteri cubitali... MA CHI SONO IO?
E in quel momento più che mai mi sono sentita "in maschera", presa da quel dubbio di identità, paradossalmente contenta di crearne qualcuno in Altri... ma del tipo "buono" che lascia aperto uno spiraglio e fa intravvedere la luce. Perché quella paziente mi guardava, raccontava di sé e mi teneva il braccio... io non mi sottraevo alla stretta e questo era un "punto" in più, faceva ben sperare... una "dottoressa" che non teneva le distanze, mostrava attenzione, con tutto quello che forse aveva da fare sorrideva e "spendeva" il suo tempo...
"Ci siamo fatte quattro belle chiacchiere, grazie... per le chiacchiere e per la caramella...", "Ti pare... sto qua per questo...", sono andata via e non l'ho vista perplessa, magari si sarà convinta pure che "chiacchierare con dolcezza" sarà una "nuova terapia"... visto che mi aveva scambiata per una dottoressa, ed io non avevo smentito come invece sono solita, perché era impegnata al telefono e poi... mi era sfuggito di mente. E' stato un male?... non so, forse oggi no... doveva andare così per Lei ed anche per me. L'abbiamo detto, vero?... benedetto sia il "gratuito scambio" di benessere.
Glielo dirò la prossima volta che non sono la dottoressa che pensava, ma sicuramente la "persona" che vedeva.
E di certo non scorderò di ringraziarla per quella "familiare carezza inconsapevole".
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