Sono stati giorni laboriosi, sempre di corsa... alla stregua di Chi corre per non farsi raggiungere.

E così... stanca da sentir le ossa rotte, mezza assonnata per una notte trascorsa quasi in bianco a causa di Altri che stentavano a prender sonno, mi ritrovo a mettere insieme qualche pensiero che, ringraziando il Buon Dio, non manca mai.
Tornata ai miei "silenzi serali" riprendo a riconoscere quel che sono diventata, la persona che fa un passo alla volta ed è felice di farlo perchè sa che prima o poi "arriva" lo stesso.
Quindi fa il riepilogo della "sua" giornata ed è contenta se anche uno solo di quelli che ha avvicinato al mattino ha ricordato il "suo" nome... in verità facile e comune, eppure in tanti lo dimenticano ma va bene lo stesso. E se per giunta qualcuno di Loro si è lasciato andare in un libero sfogo anche oltre la malattia, ne è felice perchè vuol dire che l'hanno considerata degna di fiducia... e c'è forse dono più grande?
"Essere di casa" in un reparto come il Nostro è facile e difficile nello stesso tempo... facile perchè, trattandosi di un Day Hospital terapeutico, ciclicamente s'incontrano sempre le stesse persone e diventa naturale stabilire una relazione d'amicizia, il difficile però sta nel mantenerla col tempo, rinnovandola... in un certo senso, "aggiornandola". Perchè le situazioni cambiano, in meglio o in peggio non è determinante ma bisogna conservare l' "antico spirito di speranza" che fa da filo di unione e di affetto.
Stamattina, allora... mi sono ricaricata come sempre, perchè quando sono in reparto accantono quasi dimenticandola ogni incombenza della mia quotidianità, per poi riprenderla scevra di qualsiasi banalità.
Ecco... è l'approccio con la Vita vera che va all'essenziale, quello che fa crescere e sembrar diversi e poi libera dalle paure, "racchiudendole" in una più giusta ed equilibrata dimensione.
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