Ho cambiato tisana, stasera... ho preso una alla ciliegia, dicono che sia drenante. Un chilo l'ho già perso, magari può aiutare nell'impresa e poi... è da ieri che questa parola, drenare... in tutte le sue forme e derivati mi occupa i pensieri.
"Non entrare. Terapia in corso", la dottoressa ha spinto quella porta e siamo entrate in un corridoio che mostrava vani aperti su entrambi i lati. Ci siamo infilate nel primo... occupato da una paziente che faceva esercizi ad una mano sotto la "sapiente" guida della fisioterapista... siamo passate al secondo... idem e così pure per il terzo e il quarto. "Dove possiamo metterci?", ha chiesto allora ad una delle operatrici... "Che cosa dovete fare?", "Solo l'anamnesi...", ed allora le ha indicato di uno di quei vani, un angolo separato dal resto da una specie di tenda... pareva un vano doccia, lì dietro una barella e due sedie, la prima è diventata scrivania, ci siamo sedute ed è cominciata l'"intervista". Più o meno le solite domande riguardanti i "dati anagrafici" del tumore, il tipo di interventi, le terapie e il resto, ma in più stavolta c'era una specie di test...
"Vi elencherò una serie di attività, per ognuna sarà assegnato un voto da 1 a 7, dove 1 rileverà il minimo disagio e di conseguenza 7 il massimo...", ed è iniziata la "processione" perchè in effetti, trattandosi di attività normali nel quotidiano, io "mi rivedevo"... quindi rispondevo e dal tipo di risposta l'interlocutrice ricavava il voto giusto.
"Avete difficoltà nelle relazioni sociali?", oh bella... perchè mai?!... "Intendete... per il braccio... gonfio? Beh, in realtà non è che si noti molto... è un centimetro, però a pensarci, anche se fosse stato di più, per me non sarebbe stato un problema, forse solo per Chi l'avesse notato. Gli accidenti non si comperano nè si scelgono, questo poi è la conseguenza di un altro più grosso... ma Chi se ne importa! Io punto su altro..."
"Di che cosa vi occupate nel tempo libero... cucite, siete dedita al giardinaggio?", "Oltre i bottoni non vado e quando innaffio le piante sto alla larga dalle piante grasse spinose", "Benissimo... altro?", c'ho pensato un attimo, e anche se c'entrava poco e solo perchè l'aveva chiesto più volte, ho risposto... "Faccio volontariato... ", "... e dove?", "... proprio qui, in ospedale... all'Oncologia medica", e a questo punto ha strabuzzato gli occhi, esclamando... "Siete forte...", "... nonostante il braccio indebolito... sì, forse sono forte".
Qualche altra domanda ancora... il tempo per delle fotocopie e poi... "Aspettiamo che si liberi la stanza e la dottoressa addetta (un'altra, si spera stavolta definitiva) vi riceverà"... e qui comincia la II parte del "non caso day", parte II.
(continua...)
Ciao cara..
RispondiEliminaSono fisioterapista e capisco quanto possa risultare antipatica ed inutile questa "trafila", eppure spesso capita che queste domande siano fondamentali per comprendere la persona che si ha di fronte e il suo problema.
Un abbraccio :)
pensierinviaggioo.blogspot.it
Benvenuta, Manuela... è inutile dire quanto io capisca la necessità di tale "iter", ma sai... le attese snervanti pur nella speranza di risoluzione per certi problemi, pongono in una situazione di insofferenza. Il percorso con molta fatica e sofferenza conduce comunque ad una certa stabilità emotiva che sembra debba essere immediatamente chiara e visibile a Tutti, per questo si resta un tantino irritati. Ma, almeno per quanto mi riguarda, è stato un momento poi... sono tornata ad essere la "persona emotivamente stabile" di sempre. E' dura esserlo ma ci metto il massimo impegno.
EliminaTi ringrazio per la visita e Ti abbraccio...
Mary